Chakra Basale o della Radice

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Il chakra basale è situato nel centro del coccige (nelle donne è tra l’ano e la vagina, negli uomini è tra l’ano ed i testicoli).

Chakra basale o della radice
Chakra basale o della radice

Questo centro è associato al colore rosso e assorbe l’energia terrestre idonea ad alimentare la nostra struttura ossea, i muscoli, i nervi, la pelle, il sangue e le ghiandole surrenali.

Il conflitto principale che blocca il chakra della radice è la mancanza di radicamento nel territorio.

In pratica una persona che vive questo conflitto passa una certa quantità del suo tempo in un luogo in cui sta malvolentieri. Le dinamiche psicologiche sono notevoli: ad esempio, se questo luogo è l’abitazione si può soffrire perché essa non è consona alle proprie esigenze, perché i vicini danno fastidio, perché si coabita con una persona che non si sopporta, perché è situata in una città che non piace, perché è legata a ricordi o esperienze negative.

Se il luogo che causa malumori è attinente al lavoro la causa può essere: non piace la mansione che si svolge, non si sopporta il capo o i colleghi, l’ambiente opprime, il posto è troppo distante da casa, es. implica trasferte con l’auto e alla persona non piace guidare.

Se la causa non è legata alla casa o al lavoro, allora il chakra basale si può bloccare perché la persona è costretta a fare delle visite poco gradevoli (parenti, suoceri, ospedale) oppure perché non gradisce andare a fare la spesa, o è costretta ad andare a teatro o in altri posti che piacciono solo al partner.

Quando il territorio dove si sta malvolentieri è ben definito si hanno malattie che coinvolgono la struttura ossea, i muscoli e i nervi: cervicale, ernie, lombaggine, artrosi, strappi muscolari, dolori articolari, tendinite. La parte colpita è sempre attinente al conflitto. Se, ad esempio, sorge una patologia al piede che impedisce di camminare dobbiamo chiederci dov’è che la persona non vuole andare.

Come succede spesso, chi ha problemi alle articolazioni, ai muscoli o ai tendini degli arti inferiori, si rivolge ai centri di fisioterapia o fa trattamenti di massaggi, utilizza pomate, creme, oli, compresse ed altro per alleviare il dolore e migliorare il movimento. Ma anche se  ci si rivolge al più bravo fisioterapista del mondo, o si utilizzano i metodi di cura più efficaci, il sollievo sarà solo momentaneo perché quando il paziente torna nel luogo dove vive il conflitto i dolori si riacutizzano in poche ore. La guarigione definitiva avverrà solo quando si risolve il conflitto.

Generalmente quando il conflitto riguarda la propria abitazione o il posto dove si alloggia anche temporaneamente abbiamo una mancanza di energia alle ossa che si verifica soprattutto sulla colonna vertebrale. Quando il conflitto riguarda il territorio (es. abitare in un luogo, paese, città, regione, nazione in cui non ci si sente integrati  per differenza di cultura o perchè piace il mare / sole ed invece si abita in un luogo montuoso e freddo), la carenza di energia alle ossa si noterà soprattutto alle anche.

Non dipendono dal conflitto del territorio muscoli delle spalle sino al collo perchè il conflitto probabilmente sarà: sostenere dei pesi che incidono sulla nostra vita, es. occuparsi di genitori, parenti, ecc.

Dolori ai muscoli ed ossa dall’omero sino alle mani derivano soprattutto dal rinviare / non prendere decisioni importanti per la propria vita.

Quando non si tratta di un luogo preciso dove non si sta bene ma è tutto il pianeta es. in questo mondo non c’è posto per me, non c’è alcun luogo dove posso trovare l’amore, (questo pensiero può averlo solo chi ha il chakra del cuore bloccato), allora si avranno problemi al tessuto connettivo ed ai muscoli di tutto il corpo con possibilità di malattie tipo fibromialgia e sclerosi multipla. In questo caso basta aprire il chakra del cuore e contemporaneamente si riattiva anche quello basale perchè la persona si accorge che non è vero che in questo mondo non c’è posto/amore per lui ed inizia il processo di autoguarigione.

Ricordo al lettore che più il conflitto è vissuto con sofferenza e rabbia tanto più la malattia che si svilupperà sarà grave. Se poi si pensa che il dolore è insopportabile e che, pur di non soffrire più, è meglio morire, allora la malattia diventerà degenerativa e terminale.

Come ormai ben sapete, solo la risoluzione del conflitto porta alla guarigione definitiva altrimenti, nel tempo, la malattia tornerà a svilupparsi. Purtroppo risolvere per sempre il problema del radicamento nel territorio non è semplice perché non bisogna più far dipendere la propria felicità dal luogo in cui si sta malvolentieri.

Chi si fa condizionare dai fattori esterni non può essere felice e non può godere di una buona salute. Tutti i guru ultracentenari che hanno vissuto nelle caverne, senza avere alcun tipo di comfort, erano felici e tanti di loro hanno ricevuto “l’Illuminazione”. Essi hanno cercato, ed infine trovato, la felicità dentro se stessi.

Io ho pochi dubbi sulla loro Buddhità, ma noi “deboli” occidentali non abbiamo la forza e la consapevolezza necessari per permetterci un’evoluzione spirituale così alta in quanto la nostra felicità la facciamo dipendere dai fattori esterni a noi.

Nello specifico conflitto di mancanza di radicamento nel territorio la soluzione è vivere in serenità in ogni luogo, anche in quello che riteniamo inadatto alle nostre esigenze.

Ma se questo in teoria è facile, nei fatti noi siamo talmente condizionati dal territorio in cui viviamo che operare una metamorfosi così radicale del nostro modo di essere e di agire è pressoché impossibile.

E’ per questo motivo che io cerco di aiutare una persona che ha il chakra basale bloccato suggerendogli di evitare o di cambiare i posti in cui non sta bene. A livello evolutivo questo non risolve definitivamente il problema perché la vita riserverà altre tematiche simili fin quando la persona non prenderà consapevolezza che la sua felicità non deve dipendere dal territorio. Intanto questa persona, seguendo il mio consiglio, vede migliorare il suo stato di salute e persino guarire da malattie degenerative.

Soprattutto in questi tempi di crisi economica, tante persone mi dicono: «Sono già fortunato ad avere un tetto o un posto di lavoro, per cui, anche se non mi piace, mi devo accontentare di quello che ho»; altre mi dicono: «I miei suoceri invadono il mio territorio, ma se non ci fossero loro a chi affido i miei figli quando io e mia moglie siamo al lavoro o usciamo con gli amici?». Questi problemi

sembrano non avere una soluzione, perciò suggerisco a coloro che li vivono di prefissarsi nel proprio futuro un termine ipotetico entro cui tutto dovrà andare per il meglio, una situazione tipo: «E’ vero che ora non posso cambiare territorio ma sarà così per poco, nel frattempo cercherò di essere il più sereno possibile».

Visto che la risoluzione del conflitto che fa bloccare il chakra basale è così difficile da attuare, e visto che le malattie alle ossa sono così difficili da debellare, io consiglio sempre a coloro che hanno questo problema e hanno difficoltà a risolverlo un rimedio che permette di avere il chakra sempre perfettamente funzionante (in questo modo l’energia che affluisce alle ossa, ai muscoli, alle ghiandole surrenali e al sangue è sempre quella giusta). Il rimedio consiste nell’indossare slip o mutande con un tessutino Takionic cucito in corrispondenza di questo centro energetico.

Finora tutte le persone che hanno messo in atto il mio consiglio mi hanno raccontato di avere ottenuto benefici sia sul piano della mobilità corporea, sia sulla diminuzione o scomparsa del dolore. Aggiungo che la maggioranza di queste persone aveva già sperimentato ogni tipo di cura senza aver ottenuto alcun giovamento che si è protratto nel tempo (per maggiori informazioni vedi il capitolo sull’energia tachionica). Dato che io ho un’attività che vende prodotti “Takionic”, mi corre l’obbligo precisare che questi prodotti li ho sempre consigliati solo alle persone ammalate che non erano nelle condizioni di risolvere il loro conflitto.

La guarigione definitiva è assicurata solo a chi risolve il conflitto che sta vivendo, perciò è sempre opportuno risolvere il problema all’origine piuttosto che diventare “dipendenti” da prodotti o da cure alternative.

Superare il conflitto vuol dire acquisire autostima, avere maggiore consapevolezza di sè, vivere in buona salute e in serenità, guarire definitivamente, e tutto ciò avviene senza spendere denaro.

ESEMPIO DI GUARIGIONE DI TUMORE ALLE OSSA

(con metastasi)

Un giorno vennero da me Paola, una signora che aveva frequentato un mio corso sull’autostima, e sua figlia Mirella, una ragazza Brasiliana di 15 anni. Paola mi chiese se potevo aiutare sua figlia perché poche settimane prima, in ospedale, le avevano diagnosticato la formazione di metastasi sulla colonna vertebrale. Data la malattia in atto è ovvio che la ragazza stava vivendo con molta sofferenza la mancanza di radicamento nel territorio. Mirella mi confermò di vivere questo conflitto da circa un anno; in assenza della madre mi raccontò che prima viveva in Brasile con suo padre, a cui lei voleva molto bene, e con un fratellino di 2 anni che lei adorava. Lì aveva anche un nutrito numero di amiche d’infanzia con le quali si divertiva tutti i giorni.

Da un anno si era trasferita a Salerno per vivere con sua madre, ma in questa città lei non riusciva ad ambientarsi. A scuola tutti la prendevano in giro perché non parlava bene l’italiano e perché era obesa; dato che sua madre gestiva un negozio, Mirella il pomeriggio rimaneva a casa da sola e piangeva tutto il tempo pensando al Brasile. Nascondeva questo suo malessere alla madre perché temeva di mortificarla qualora le avesse detto che non voleva vivere con lei (ricordo al lettore che più la sofferenza è forte tanto più la malattia diventa grave).

Dopo avere avuto da Mirella il consenso di raccontare queste cose a sua madre, parlai con Paola del conflitto che causava il tumore alle ossa e che, data la situazione grave, l’unico rimedio era di far tornare Mirella in Brasile.

Paola rimase sorpresa dalle mie parole, poi, con un po’ di rabbia, mi disse: «Come fai ad avere il coraggio di consigliarmi di lasciare mia figlia in un momento così difficile? Io l’amo troppo e ho deciso che non la abbandonerò mai più! ».

Io ho provato a insistere sulla bontà della mia soluzione evidenziando che era il conflitto che Mirella viveva a causare la sua malattia degenerativa, ma Paola era alquanto adirata con me e decise di interrompere la nostra conversazione lasciando casa mia senza

neanche salutarmi. Dato il suo comportamento pensai che  non l’avrei più rivista, invece, con mia grande sorpresa, Paola tornò da me dopo circa una settimana. Mi confidò di vedermi come il suo maestro spirituale perché tutti i consigli che le avevo dato precedentemente avevano permesso la sua crescita evolutiva; mi disse che non se la sentiva di mettere in pratica il mio consiglio perché non era in grado di sopportare la separazione definitiva da sua figlia, per giunta così ammalata. Poi proseguì affermando che, dopo aver riflettuto molto su quanto le avevo detto, aveva deciso di attuare quello che lei riteneva “un compromesso”: Siccome mancava un mese circa dal termine dell’anno scolastico se in quel periodo Mirella fosse stata in condizioni fisiche di viaggiare le avrebbe permesso di trascorrere 40 giorni in Brasile; aggiunse subito: «Finite le vacanze tornerà subito da me perché non posso stare senza di lei». Io le risposi di essere felice della sua decisione e mi feci promettere che avrebbe fatto fare a Mirella gli esami radiografici all’ospedale di Salerno prima della sua partenza e di ripeterle in Brasile dopo un mese esatto dal suo arrivo.

Paola annuì e, dopo avermi salutato con un caloroso abbraccio, andò via.

Dopo alcuni mesi Paola tornò da me. Era raggiante, non l’avevo mai vista così felice. Mi comunicò subito che Mirella da pochi giorni aveva fatto nuove radiografie in Brasile e che dalle lastre risultava che le metastasi erano scomparse e che il referto medico specificava che non vi era alcuna malattia degenerativa alle ossa. Mi raccontò che ogni giorno era in contatto via internet con Mirella e, vedendola molto felice, aveva deciso di acconsentire affinché la figlia rimanesse lì.

Dopo tre anni venne a trovarmi Mirella con il suo fidanzato brasiliano. A dire la verità non la riconobbi subito perché me la ricordavo grassoccia, ora era una splendida ragazza con un fisico da fotomodella. Mi ringraziò di cuore per aver permesso la sua autoguarigione e mi disse che si era appena iscritta all’università di Salerno e che adesso era felice di vivere in Italia.

Sembra una favola a lieto fine: e tutti vissero felici e contenti! Ora, indovinate chi è la persona più felice tra tutti? Io! Provate a immaginare che tramite il vostro intervento una giovane persona, condannata a morire prematuramente a causa della sua malattia, guarisca definitivamente: pensate di poter provare una gioia più grande di questa?

Io, negli ultimi dieci anni, ho aiutato tante persone a guarire da malattie mortali, ma ancora oggi ogni volta che ciò succede provo sempre una gioia impagabile!

Quando do il mio aiuto, alla persona interessata dico che non accetto ricompense ne’ voglio regali.

In verità dovrei essere io a ricompensare le persone che si fanno aiutare da me per l’immensa felicità che mi ritorna quando esse guariscono.

ALTRO ESEMPIO DI CONFLITTO DEL TERRITORIO E TUMORE ALLE OSSA:

Il test muscolare kinesiologico che feci ad una signora di 42 anni di nome Giada evidenziò che lei aveva due chakra bloccati: quello della radice e quello della corona; siccome per la medicina della nuova era la combinazione di questi due chakra bloccati ha come conseguenza lo sviluppo di una malattia degenerativa alle ossa consigliai a sua sorella Isabella di accompagnare Giada in un ospedale per farle degli accertamenti specifici. Quando questi furono eseguiti i dottori emisero una prognosi infausta: tumore e metastasi alle ossa. Prima di iniziare i trattamenti chemioterapici Giada, sollecitata dalla sorella, venne da me per constatare se ero in grado di aiutarla. In quest’incontro Giada si aprì con me ed ammise il conflitto che stava vivendo (quello che causava il blocco dei due chakra):

un anno prima lei aveva scoperto che suo marito la tradiva con un’altra donna e per tale motivo aveva deciso di divorziare. Il marito, in attesa della sentenza del tribunale, continuava ad alloggiare nella loro abitazione e Giada, che oramai odiava fortemente quest’uomo, soffriva per questa situazione al punto di perdere lo stimolo a vivere.

Ho consigliato a Giada di dare una breve scadenza di tempo all’ex- marito per lasciare definitivamente la casa e nel frattempo di andare  a vivere dalla sorella. Le analisi ospedaliere fatte a Giada dopo dieci giorni che lei si era trasferita dalla sorella evidenziarono un netto miglioramento della sua patologia.

Purtroppo un mese dopo sua sorella Isabella mi telefonò comunicandomi che Giada era morta durante un’operazione chirurgica per il trapianto di midollo osseo. I dottori, avendo riscontrato il buon stato di salute di Giada, l’avevano convinta a sottoporsi a questo trapianto. Isabella aveva provato in tutti i modi di dissuadere la sorella sostenendo che l’intervento era inutile in quanto il conflitto che determinava la sua malattia era stato risolto (l’ex marito aveva lasciato l’abitazione) ma Giada, che si fidava solo della medicina ufficiale, aveva preferito fare il trapianto.

Riflessione personale: in tutto il mondo ogni giorno muoiono più di

25.000 persone a causa di trattamenti chirurgici e farmacologici inutili ed evitabili se l’opinione pubblica fosse a conoscenza della medicina della nuova era. Con l’avvento di questo nuovo approccio terapeutico persone come Giada oggi sarebbero ancora in vita godendo di ottima salute.

Appello ai lettori: fate tutto quanto è nelle vostre possibilità per diffondere in tempi rapidi “la medicina della nuova era” a tutte le persone che conoscete, soprattutto a coloro che hanno problemi di salute.

E’ molto probabile che voi, informandoli, contribuiate al fatto che qualcuno di loro eviti una morte prematura. Per tale scopo vi esorto a masterizzare quanti più CD con il contenuto del libro e di regalarli a chi ritenete opportuno.

Io sono l’unico autore di questo libro e vi autorizzo a farne copie per divulgarlo gratuitamente ai vostri conoscenti.

Il chakra basale bloccato non fa pervenire l’energia vitale alle ossa, ai muscoli, alla pelle, alle orecchie ma, precisamente, in quale parte del corpo si svilupperà la malattia? Per quale motivo il problema di salute si può sviluppare nella colonna vertebrale piuttosto che alle

articolazioni delle ginocchia, delle caviglie, dei gomiti, o sulla pelle o ai muscoli o ai legamenti?

Come ripetuto già più volte, il caso non esiste. A seconda della tipologia di conflitto che la persona vive la malattia si svilupperà in una parte precisa del corpo.

Per scoprire la causa che determina la patologia bisogna chiedersi: quale funzione ha la parte interessata?

Ad esempio, se il dolore alle caviglie ci impedisce di camminare bisogna chiedersi e indagare su qual è il posto in cui non vogliamo andare.

Se il dolore ci impedisce di muovere le mani allora la domanda da porci è: con chi o che cosa non vogliamo entrare in contatto?

Il dolore ai muscoli delle spalle ci impediscono di svolgere lavori pesanti: in questo caso il conflitto che si vive è attinente al posto di lavoro.

Le orecchie servono per udire: l’acufene ci segnala che c’è qualcosa o qualcuno che ci infastidisce e che non vogliamo ascoltare.

Nell’indagare sulle cause che determinano la malattia dobbiamo sempre tenere presente che quando gli organi o le parti interessate sono situati sia a destra e sia a sinistra del proprio corpo ma solo un lato è colpito dalla malattia il conflitto che la persona vive è legato a una persona di sesso specifico: se la parte interessata è posta sul lato destro del corpo il conflitto è vissuto con uno o più uomini. Viceversa, se la parte interessata è posta sul lato sinistro del corpo allora il conflitto è vissuto con una o più donne. Se, invece, la patologia interessa entrambi i lati il conflitto è con tutti.

Esempio: se una persona ha l’acufene solamente all’orecchio destro questi non vuole sentire i rimproveri del padre o del capoufficio; se l’acufene colpisce l’orecchio sinistro non si vogliono sentire i continui rimproveri della moglie o della mamma o di qualche altra donna. Se l’acufene interessa entrambe le orecchie la persona è infastidita dal sentire commenti o giudizi personali espressi da varie persone, senza distinzione di sessi.

N.B. Per la medicina allopatica non esistono cure o farmaci che possono guarire dall’acufene, eppure tutte le persone che hanno risolto il conflitto accettando di ascoltare con serenità le persone che prima le infastidivano sono guarite in tempi rapidissimi.

Nella mia esperienza di terapeuta olistico, indagando sul conflitto che vivono i bambini che accusano una perdita di udito, ho notato che nella stragrande maggioranza dei casi essi soffrivano nel sentire i genitori che litigavano tra loro, urlandosi a vicenda parole molto offensive: per non ascoltare più queste scenate, il bambino vorrebbe “tapparsi le orecchie” e quindi, inconsciamente, si provoca la riduzione dell’udito.

La stessa dinamica è vissuta dai bambini che portano gli occhiali: con molta probabilità essi non vogliono vedere i genitori che litigano “alzando le mani”.

Le patologie causate da più Chakra bloccati contemporaneamente

Ho notato che tutte le persone malate di leucemia, AIDS ed altre malattie determinate dall’alterazione della qualità di sangue hanno il chakra basale e quello del terzo occhio entrambi bloccati.

Altresì ho notato che le malattie che coinvolgono le vene e le aorte sono determinate dal blocco contemporaneo del chakra basale e del chakra del cuore.

In questi casi per la guarigione necessita risolvere entrambi i conflitti che bloccano i chakra.

Un esempio: circa tre anni fa venne da me Leila, una ragazza argentina affetta dalla malattia di Takayasu, chiamata anche “senza polso” perché l’ispessimento delle vene non permette di percepire il sangue nelle vene del polso.

Mi raccontò che la sua era una malattia rara, che non esistevano farmaci in grado di curarla e che nel tempo la distrofia delle vene le avrebbe causato la paralisi progressiva del corpo. Ogni due o tre mesi, nell’ultimo anno, restava bloccata a letto per una ventina di giorni a causa dei dolori che le impedivano ogni possibilità di movimento.

Le feci il test kinesiologico e appurai che aveva ben quattro chakra bloccati: quello della corona, del cuore, del plesso solare e infine quello basale.

Leila mi raccontò della sua vita: da circa due anni, dopo essersi laureata in psicologia, aveva lasciato l’Argentina e si era trasferita e Salerno per cercare di guadagnare i soldi necessari per permetterla di vivere dignitosamente e per mandare mensilmente del denaro alla  sua famiglia che viveva in una situazione molto disagiata. L’unico lavoro che lei aveva trovato lo svolgeva di notte presso una pasticceria e consisteva nella preparazione di dolci; lo stipendio era alquanto misero e bastava appena per pagare il suo vitto e alloggio.  A causa del lavoro, di giorno quasi sempre dormiva e per questo motivo non aveva amici e nessuna possibilità di svago. Ovviamente, in questa situazione Leila non poteva aiutare economicamente la

famiglia che aveva tra l’altro speso tutti i propri risparmi per pagarle il biglietto aereo per l’Italia. Infine le continue assenze dal lavoro, conseguenti alla sua malattia, le impedivano perfino di pagare il suo alloggio (una sola cameretta in un appartamento da studenti) per cui era pronta a trasferirsi da una sua amica che l’avrebbe ospitata (è la stessa persona che poi l’ha convinta a venire da me).

Leila, a poco a poco, aveva visto svanire tutte le sue speranze e i suoi progetti di realizzazione personale e adesso non riusciva a dare un senso alla vita.

Il suo racconto confermò, per tutti i conflitti interiori che viveva, la causa del blocco dei quattro chakra e il conseguente sviluppo della grave malattia che le avevano diagnosticato.

Dato il pericolo di morte imminente, decisi di ospitare questa ragazza a casa mia, la stessa sera, per un periodo di 15 giorni, affinché potessi aiutarla energeticamente utilizzando tutto il mio sapere. Ogni giorno le facevo bere un centrifugato di carote, aglio, prezzemolo, cavolfiore e barbabietola; a mie spese le feci togliere 5 otturazioni in amalgama che aveva nei denti; le ho fatto eseguire trattamenti di lavaggio energetico e di piramidologia, ho applicato l’energia Takionica sui chakra bloccati e, cosa più importante, abbiamo trascorso giornalmente molto tempo a dialogare sui temi della gioia di vivere, sull’autostima, sulle leggi spirituali e sulle metodiche psicologiche idonee per risolvere tutti i conflitti che viveva.

Dopo dodici giorni le ho fatto ripetere gli accertamenti ospedalieri: quattro fattori su cinque che dimostravano l’esistenza della malattia di Takajasu erano scomparsi, pertanto Leila era guarita.

Ora il test kinesiologico mostrava che il chakra della corona era attivo (ciò indica il processo di auto guarigione da una malattia degenerativa); anche il chakra del plesso solare era attivo (tramite il lavaggio energetico Leila aveva scaricato tutta l’energia congesta dal suo corpo mediante la vibrazione spontanea delle gambe).

Gli ultimi tre giorni della sua permanenza a casa mia li ho spesi per ragguagliarla sull’importanza di aprire il suo cuore all’amore; invece

per risolvere il blocco del chakra basale l’ho convinta a trasferirsi a mie spese in Spagna per dirigere una mia attività commerciale.

Da allora sono trascorsi tre anni e Leila, durante tutto questo periodo, non ha più avuto alcun problema di salute.