Libro Argento Colloidale Ionico
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⇨ LIBRO-ARGENTO-COLLOIDALE-IONICO-2020
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Pierluigi Russo e La AN. RESET® presentano
“I QUADERNI DEL CONOSCERE”
di Pierluigi Russo
“KOL’OID”
L’ARGENTO COLLOIDALE IONICO
CONSIDERATO IL PIU POTENTE ANTIBIOTICO NATURALE ESISTENTE
TOTALMENTE INNOCUO PER IL CORPO
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PREMESSA
Nel seguente capitolo volutamente, non sono state riportate le notizie, i test effettuati e le scoperte rilevate
da molti ricercatori indipendenti; altresì, le centinaia di dichiarazioni di persone che hanno trovato
giovamento e benessere con l’utilizzo e l’assunzione dell’argento colloidale.
Tra le fonti da cui sono state ricavate molte nozioni e considerazioni sull’Argento Colloidale desidero citare::
Il Dr Harry Margraf della St. Louis University; il Dr. Charles Fox della Columbia University; il Dr. Carl Moyer
del Reparto di Chirurgia della Washington University; il Dr. Babbolin Giovanni Ph.D. ; il Dr. David A. Revelli
Microbiologo della Brigham Young University; Dr. Ron W. Leavitt, Ph.D. Professore di Microbiologia e
Biologia Molecolare della Brigham Young University Dipartimento di Microbiologia. La Brigham Young
University . I dottori Kühni Werner e Holst Walter; il Dr. Gary Smith medico ricercatore; il Dr. Bjorn
Nordstrom del Karolinscka Istitute Svezia; il Dr. Robert O. Becker dell’Università di Syracuse; il Dr. L. Keene
del John Hopkins University; il Dr. E.M. Crooks; il Dr. Larry C. Ford del Departement of Obstetric and
Gynecology UCLA school of Medicine USA; il Dr. Richard L. Devis della Utah Silver University.
Principalmente dai libri del Dr. Robert Beker, “The Body Electric” e “Crosscurrents”. Esistono decine di altri
testi con dati scientifici e, molte nozioni sono reperibili in innumerevoli siti internet.
La Commissione di Sviluppo Scientifico (CSS) della AN. RESET®, della quale mi onoro esserne il presidente
a vita nonché curatore di “I QUADERNI DEL CONOSCERE – L’Argento Colloidale Ionico Takionico”, ne
portano a conoscenza i lettori a scopo pedagogico e non si assumono alcuna responsabilità per gli usi
impropri dei vari tipi d’Argento Colloidale Ionico in commercio.
Tutto ciò riportato non è da considerarsi consiglio medico o terapia, per le quali, per legge, è necessario un
medico laureato, abilitato e iscritto all’albo.
L’Argento Colloidale pur essendo uno straordinario aiuto di difesa per il nostro corpo non è miracoloso,
quindi è importante consultare e seguire sempre le indicazioni del medico curante.
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ACCENNI STORICI SULL’ARGENTO
ARGENTO – Ag
CLASSE MINERALOGICA: elemento nativo
GRUPPO: monometrico
SISTEMA: cubico (gruppo spaziale: Fm3m)
ABITO: i cristalli singoli sono molto rari ma quando si presentano hanno abito cubico, ottaedrico o dodecaedrico;
spesso l’argento si presenta in masse, fili intrecciati, incrostazioni, lamelle, rivestimenti e pepite
DUREZZA: 2,5-3
PESO SPECIFICO: 9,6-12
INDICE DI RIFRAZIONE: n=0,18 (monorifrangente) – COLORE: bianco argentato, tendente a diventare dal giallastro
al nero in superficie
LUCENTEZZA: metallica
TRASPARENZA: opaco
SFALDATURA: assente
STRISCIO: polvere bianco argento
FRATTURA: frastagliata
GENESI: non ha mai origine primaria (in quanto in fase magmatica si formano sempre i solfuri), si forma quindi per
alterazione in ambiente moderatamente riducente; si rinviene negli strati superiori dei giacimenti di solfuri (quali galena
e argentite)
PLEOCROISMO: assente
GIACIMENTI: Usa (Michigan e Arizona), Canada, Cile, Perù, Messico, Norvegia (giacimenti europei più famosi),
Russia e Germania. Come ogni minerale prezioso, anche l’argento è presente in Italia, in quantità interessanti.
L’argento puro è quasi bianco, brillante, morbido, molto duttile, malleabile e un eccellente conduttore di calore e
di elettricità. Non è un metallo chimicamente attivo è, tuttavia, attaccato da acido nitrico (che forma il nitrato) e
da acido solforico concentrato caldo. Ha la maggiore conduttività elettrica di tutti i metalli. L’argento è quasi
sempre monovalente nei suoi composti, sono noti un ossido, un fluoruro e un solfuro di argento bivalente. Non si
ossida in aria ma reagisce con il solfuro d’idrogeno presente nell’aria, formando il solfuro di argento
(appannamento). (Ecco perché gli oggetti d’argento hanno bisogno di regolare pulizia). L’argento è stabile in
acqua.
L’Argento di per se è stato da sempre considerato il “metallo” dalle straordinarie proprietà purificatrici e
mediche offerto dalla natura. Se ne trova ampia documentazione fin dai tempi dell’antica Grecia . La conoscenza e
l’utilizzo dell’argento come tale, risale a civiltà molto antiche, ad esempio: quella greca e quella romana. Ne
troviamo anche conferma negli scritti del greco Herodoto (484-425 a.C.) il quale narra che il re Ciro di Persia nei
suoi lunghi viaggi, faceva caricare su un mulo recipienti d’argento contenenti acqua bollita, e che beveva solo da
questi. Già da quei tempi sembra che sapessero che l’argento potesse inibire il proliferare dei micro organismi
pregiudizievoli per la conservazione dell’acqua e degli alimenti, e per migliorare la salute dell’uomo e degli
animali. Arrivando ai primi pionieri dell’America dell’ovest, questi avevano l’abitudine di mettere un dollaro
d’argento nei contenitori del latte per facilitarne la conservazione ed evitare lo sviluppo di funghi e batteri.
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Argento allo stato naturale.
Ma veniamo all’ARGENTO COLLOIDALE:
Il termine “KOL’OID”, ovvero Colloide d’Argento, indica una soluzione di microparticelle d’argento puro (che
variano normalmente da 0.01 a 0.001 micron), in sospensione in acqua distillata, prodotto con il metodo
elettrocoidale senza nessun elemento chimico (non contenente stabilizzanti o altri oligoelementi) .
I contenuti storici sull’Argento Colloidale sono molti e uno dei più importanti per completezza fu pubblicato nel
1914 su “The Lancet”. L’Argento Colloidale veniva usato normalmente in America dalla fine del 1800 fino al 1938
e veniva prescritto per curare diverse malattie ed infezioni.
Praticamente l’Argento Colloidale era utilizzato per tutto, poiché all’epoca non era conosciuto nessuno degli
antibiotici in uso oggi. A suo tempo era relativamente caro, come oggi sono cari gli antibiotici di sintesi, che come
sappiamo possono creare danni al corpo e alcuni addirittura permangono per diversi mesi; mentre, l’Argento
Colloidale Ionico “ACI” oltre ad essere di gran lunga più efficace, è stato riscontrato che non ha nessun effetto
collaterale, anzi aumenta le difese del sistema immunitario in modo naturale.
Anche se le proprietà mediche dell’Argento erano già conosciute da tempi lontani, Il ritorno dell’argento in
medicina risale ai primi anni del ’70. (vedi Interesse Medico)
L’Argento Colloidale Ionico è l’unico antibiotico conosciuto che elimina tutti i tipi di virus, funghi (candida), e
batteri. E’ altresì l’unico antibiotico totalmente innocuo per il corpo, mentre gli altri antibiotici possono
danneggiare il fegato e le reni, inoltre l’Argento Colloidale attiva il processo di guarigione. (vedi ACI in confronto
con altri antibiotici.)
Non si sono mai riscontrate reazioni allergiche in decine e decine di anni e non ne risultano nella storia dell’uso
medico dell’argento. L’azione dell’Argento Colloidale interviene principalmente sulla velocità e/o sul
manifestarsi della reazione metabolica dell’ossigeno di un germe e blocca il funzionamento del polmone chimico
utilizzato dagli agenti patogeni monocellulari nel metabolismo dell’ossigeno. Ma l’Argento Colloidale non attiva
alcuna reazione chimica nel corpo, non interferisce ne con medicinali ne con erbe o altre sostanze.
Non è allergico perché non interagisce con le cellule umane e può essere utilizzato anche per i bambini. In molti
ospedali, ad esempio, l’Argento colloidale viene posto dentro gli occhi dei bambini appena nati.
I benefici dell’Argento Colloidale iniziano subito, per conseguire poi un massimo beneficio entro sette giorni
dall’inizio dell’assunzione comunque variabile da soggetto a soggetto. Dopo questo periodo di assunzione, dopo
7/20 giorni, l’effetto svanisce e l’argento colloidale verrà eliminato attraverso i reni, sistema linfatico e intestino.
Il corpo assimila solo l’argento colloidale di cui ha bisogno, pertanto non c’e rischio di accumulo.
UNA CURIOSITA’! : ORIGINE DEL SANGUE BLU
Andando a ritroso nel tempo si scopre che nelle famiglie “ricche”, nelle quali si mangiava utilizzando utensili
d’argento, ci si ammalava difficilmente e le infezioni erano rare. Questa conoscenza dell’uso dell’argento si è
tramandata tra i Re, Imperatori, Sultani, Zar; tra i loro famigliari e i membri di corte. Si mangiava su piatti
d’argento e si beveva in coppe d’argento e si utilizzavano posate in argento; il cibo addirittura veniva conservato
in contenitori d’argento e, nel tempo, le micro-particelle d’argento si mescolavano ai cibi. Dopo una o due
generazioni, i benefici dell’argento sugli utilizzatori li rendevano praticamente immuni a diverse malattie.
Questi lignaggi “reali” venivano e tuttora vengono chiamati “Sangue Blu” e non a caso, ma per la caratteristica
tinta bluastra del loro sangue dovuta alle tracce minime di argento puro. La comune gente dal sangue rosso
all’epoca, invece, mangiava in piatti di terracotta utilizzando utensili di ferro e si ammalava spesso, mentre i
“reali” non erano soggetti a malattie infettive, addirittura le generazioni fin dal loro concepimento. Anche oggi ci
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sono dei veri “Sangue Blu” coloro che per risorse e conoscenza, hanno proseguito nell’utilizzo dell’argento anche
in ambito medico.
INTERESSE MEDICO – ALCUNE CITAZIONI ED ESPERIENZE
Come già accennato l’utilizzo dell’argento colloidale fu interrotto a causa del costo di produzione che nei primi
del ‘900 era molto alto. La disponibilità della penicillina e quindi dei moderni e più economici antibiotici ne
causarono il temporaneo abbandono. Oggi, con la moderna tecnologia nei processi di produzione dell’Argento
Colloidale, il costo è notevolmente sceso, mentre gli antibiotici sono lievitati nei prezzi; questo, credo, agevolerà
tante persone che potranno così permettersi l’utilizzo di questo meraviglioso prodotto.
Uno dei pionieri della ricerca sull’Argento, il Dr. Harry Magat di St. Louis (USA) ha dichiarato:” L’Argento è il
miglior germicida di ampio spettro che possediamo”.
Prima del 1938 l’Argento Colloidale era somministrato proprio come oggi sono le moderne medicine. Era
iniettato sia per via endovena che intramuscolare, usato come gargarismo per le infezioni e malattie della gola
come lavaggi o irrigazioni, preso oralmente e applicato esternamente anche su tessuti sensibili e come gocce per
gli occhi.
Grazie a illuminate ricerche, l’Argento sta emergendo come una meraviglia della moderna medicina.
L’interesse medico per l’argento colloidale sta crescendo rapidamente riflettendo così un ritorno anche nel
settore sanitario pubblico.
Un antibiotico può eliminare FORSE una mezza dozzina di organismi nocivi, mentre l’ACI ne uccide circa 650.
Jim Powel scrisse nel marzo 1978 nella rivista di Scienc Digest un articolo dal titolo: “ Il nostro più potente
germicida”.
Agli inizi degli anni ’70, il Dr. Carl Moyer, presidente del Waschington Departement of Surgery, ricevette un
contributo per la ricerca nel migliorare i trattamenti per le vittime di ustioni. Moyer insieme al biochimico Dr.
Margraf e ad altri chirurghi lavorarono per trovare un antisettico forte ma privo di rischi da utilizzare sul corpo
degli ustionati gravi. Il risultato dei loro sforzi fu quello di trovare decine e decine di nuovi utilizzi dell’argento in
campo medico. L’utilizzo dell’Argento Colloidale è l’unica forma che può essere usata con sicurezza come
integratore e assorbito lentamente nei tessuti così da non causare irritazioni, diversamente dal nitrato d’argento,
che, data la sua azione tossica, reagisce violentemente con i tessuti del corpo. Le particelle colloidali si diffondono
gradualmente attraverso il sangue fornendo un’azione terapeutica prolungata nel tempo.
Molte forme di batteri, funghi e virus utilizzano un enzima specifico per il loro metabolismo.
L’Argento agisce come catalizzatore disabilitando l’enzima e i microrganismi in questo modo soffocano, per
queste forme di vita primitive l’Argento è tossico come i più potenti disinfettanti chimici. Non c’è alcun
organismo nocivo che possa vivere in presenza anche di minuscole tracce di semplice argento metallico. Secondo
tests di laboratorio, batteri distruttivi, virus e funghi sono eliminati nel giro di pochi minuti di contatto. Gli
organismi monocellulari chiamati batteri, per il metabolismo dell’ossigeno utilizzano un comune tipo di enzima,
o polmone chimico. La presenza dell’Argento Colloidale disattiva l’enzima ed ecco che ne causa il soffocamento.
Come accennato, tutti i batteri vengono eliminati entro pochi minuti (circa sei) senza causare alcun effetto sulle
cellule circostanti.
Il Dr. Richard L. Devies, della Utah Silver University, responsabile del monitoraggio delle tecnologie per l’uso
dell’argento in trentasette Paesi, nel 1978 riscontrava quanto segue: “ in quattro anni abbiamo descritto
ottantasette nuove importanti applicazioni dell’argento in medicina. Stiamo appena cominciando a intravedere le
possibilità curative e sino a che punto l’argento può alleviare sofferenze e salvare vite”.
Il Dr. Larry C. Ford del Department of Obstetric and Gynecology, UCLA school of Medicine USA, in una lettera
datata 1 novembre 1988 scrive che le soluzioni di Argento hanno proprietà battericida e fungocita per la Candida
Albicans e la Candida Globata.
Il Dr. E.M. Crooks ha dichiarato che l’Argento Colloidale elimina organismi patogeni in tre o quattro minuti di
contatto; infatti non c’è microbo conosciuto che non sia ucciso dall’Argento Colloidale in sei minuti o meno e
senza produrre effetti secondari. L’Argento Colloidale è efficace contro parassiti, infezioni, influenza e
fermentazione. E’ senza gusto, se non dal sapore impercettibilmente amarognolo (metallico), senza odore e non è
tossico; non macchia la pelle, diversamente da alcuni preparati farmaceutici a base d’argento che lo fanno in
maniera notevole.
Il Dr. L. Keene, del John Hopkins University ha affermato che dal punto di vista terapeutico, solo i metalli
colloidali presentano la necessaria omogeneità, le dimensioni delle particelle, la purezza e la stabilità per un
grande risultato terapeutico.
Il Dr. Robert O. Becker dell’ Università di Syracuse, dalle sue ricerche e sperimentazioni sull’uso dell’Argento in
medicina, ha dedotto che la deficienza d’argento nell’organismo è responsabile dell’improprio funzionamento del
sistema immunitario e che l’argento è di beneficio non solo per combattere i microrganismi patogeni. Infatti può
anche essere d’aiuto nella maggiore stimolazione della ricrescita dei tessuti danneggiati per le persone ustionate;
perfino le persone più anziane hanno notato un più rapido ristabilimento.
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Il Dr. Bjorn Nordstrom, del Karolinscka Institute (Svezia) ha utilizzato per molti anni l’Argento quale trattamento
per il cancro. Ha dichiarato di aver guarito pazienti che erano stati abbandonati da altri medici perché
considerati ormai incurabili.
Il Dr. Gary Smith, medico ricercatore, sostiene che l’Argento possa essere collegato al corretto funzionamento
delle difese immunitarie del corpo.
L’ACI in CONFRONTO CON ALTRI ANTIBIOTICI
Come detto, l’ACI, è atossico per ogni essere vivente; mammiferi, piante, rettili e tutte le forme di vita che non
siano monocellulari poiché queste valgono di processi chimici diversi: il metabolismo dell’ossigeno. L’ACI agisce
cataliticamente e non reagisce chimicamente con i tessuti del corpo. In presenza di qualsiasi virus, fungo o
batterio patogeno monocellulare, andrà a interrompere il metabolismo enzimatico dell’ossigeno (detto anche
polmone chimico), causandone soffocamento e morte nell’arco di sei minuti; a quel punto il sistema immunitario,
quello linfatico e depurativo si occuperanno dell’espulsione.
Tutti gli altri antibiotici di sintesi sono efficaci, come già accennato, soltanto su cinque o sei tipi di germi, sempre
che un particolare ceppo non sia diventato resistente. Ci sono germi che hanno sviluppato resistenza a tutti gli
antibiotici tranne che all’argento colloidale il quale riesce a debellare qualsiasi germe monocellulare in pochi
minuti. L’ACI tra l’altro, attiva la guarigione con una formazione di tessuto cicatriziale, proprietà questa che non è
condivisa da nessun altro antibiotico.
Gli organismi patogeni possono diventare resistenti ai normali antibiotici, scatenando pericolose e superinfezioni.
Gli antibiotici convenzionali sono realizzati con procedimento industriale dalle tossine prodotte per la
difesa da altri batteri “ la penicillina ne è il primo esempio”. Gli organismi patogeni nel corpo rispondono alle
tossine coltivate dagli antibiotici convenzionali quasi con la stessa velocità con cui reagirebbero all’organismo
originario. Quel lasso di tempo è tale da consentire una mutazione che spesso si verifica. Ma il funzionamento
dell’ACI è così veloce (sei minuti o meno) dal contatto con il corpo, che l’agente patogeno non ha il tempo di
mutarsi in un ceppo resistente. A tutt’oggi non si è a conoscenza di alcun agente patogeno, o, suo ceppo derivato,
che sia mutato in forma resistente all’argento in decine e decine di anni.
DIVERSI USI DELL’ARGENTO COLLOIDALE
La seguente è una lista parziale di alcuni usi documentati dell’impiego dell’Argento Colloidale per il trattamento
di varie malattie e agenti patogeni prima del 1938. Dall’inizio di questo millennio vi è stata una rilevante
espansione d’utilizzo e molte cose sono ancora da scoprire.
Acne, artrite, avvelenamento del sangue, cancro, candida albicans, catarro, colera, colite, congiuntivite, cistite,
difterite, diabete, dissenteria, eczema, emorroidi, fibrosi, gastrite, herpes, herpes zoster (fuoco di S. Antonio),
impetigine, infiammazione della cistifellea, infezioni da lieviti, infezioni oftalmiche, infezioni dell’orecchio,
infezioni alla prostata, infezioni da streptococchi e stafilococco, infezioni localizzate, influenza, problemi
intestinali, lebbra, leucorrea, lupus, malaria, meningite, morbo di Lyme (borelliosi), pertosse, piede d’atleta,
poliomielite, polmonite, piorrea, pleurite, psoriasi, reumatismi, riniti, salmonellosi, sangue avvelenato,
salmonella, scarlattina, seborrea, setticemia, sifilide, tetano, tosse convulsa, tumori della pelle, tubercolosi,
tossiemia, tracoma, ulcere, verruche.
DOSAGGIO CONSIGLIATO DELL’ARGENTO COLLOIDALE IONICO
Prodotto dal dott. Pierluigi Russo
Si riportano alcuni consigli per un dosaggio ordinario comune; non ci sono comunque controindicazioni
conosciute nell’uso delle quantità da assumere sotto indicate, o per somministrazioni sensibilmente superiori a
quelle consigliate (test scientifici valutati su persone; anche 100 ml./giorno per lunghi periodi, non hanno
prodotto effetti secondari).
Come riportato in molti siti internet, in farmacia si trova l’Argento Colloidale della Boiron, ma questa è una
preparazione omeopatica ad altissima diluizione ( 5 CH; significa che c’è una parte su 10 miliardi) e non centra
nulla con quello di cui si parla comunemente per l’uso come “antibiotico naturale”, che invece è dalle 9 alle 14
ppm. per arrivare a un eccesso di concentrato di 25/40 ppm. e superiore (che decisamente sconsigliamo).
(vedi “prove batteriche”)
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USO INTERNO:
l’Argento Colloidale distrugge gli agenti infettivi con una piccola quantità, per questo è sufficiente un dosaggio
minimo utilizzando l’ACI da 9 a 14 parti per milione “ppm” e anche meno.
Gli adulti ne possono assumere da un cucchiaio a tre o anche più cucchiai al giorno (si consiglia di versare l’ACI
una tazzina di ceramica o vetro, oppure utilizzare un cucchiaio di plastica, migliore ancora se d’argento e mai di
altri metalli), anche se preso in dosi superiori non ha nessun effetto collaterale. Ottimo se assunto durante i pasti,
o aggiunto alle bevande o ai cibi.
E’ molto importante notare che, a differenza degli antibiotici tradizionali, l’argento non indebolisce il sistema
immunitario ma, al contrario, lo rinforza.
I bambini dai 2 fino ai 10 anni, ne possono assumere da mezzo cucchiaino a un cucchiaino al giorno, per un
periodo di circa 10-15 gg., 2/3 volte all’anno( usare un cucchiaino di plastica mai di metallo, oppure usare
cucchiai di argento o di vetro).
Anche i bambini dai 6 mesi a un anno possono assumere l’Argento: 2-3 gocce a giorni alterni nel biberon con
acqua o camomilla (agitare bene ogni volta).
Con l’approssimarsi e durante il periodo invernale si può fare una prevenzione per aumentare le difese
immunitarie dell’organismo, prendendo temporaneamente un dosaggio più alto, il doppio di quello consigliato,
almeno per 15-20 gg. .
USO ESTERNO:
applicarne (tanto quanto basta) su herpes, verruche, psoriasi, ferite in genere, bruciature, lesioni aperte come
ulcere, e tutte le malattie cutanee. Ottimo per la disinfezione delle mani, per lavare il viso e/o per sterilizzare
qualsiasi oggetto. Si può apporre l’Argento Colloidale su una benda o su un cerotto per accelerarne la guarigione.
(Vedi consigli su usi ricorrenti e utilizzi particolari).
CONSIGLI SU ALCUNI USI RICORRENTI e UTILIZZI PARTICOLARI:
Per un miglior utilizzo continuo, tenere 20 -30 gocce sotto la lingua per circa un minuto, poi deglutire, quindi
prendere ancora un cucchiaio d’Argento e bere un bicchiere d’acqua o succo di frutta. Ripetere anche 3/5 volte al
giorno.
L’acqua (anche quella tachionizzata) può essere ulteriormente purificata aggiungendo 1 cucchiaio da cucina circa
ogni 2/3 litri; agitare sempre e attendere qualche minuto (circa 6 minuti) prima di bere. Stesso vale per ogni tipo
di bevanda compresi il latte e il vino.
Lasciare le posate (dopo averle lavate) in un contenitore con acqua corretta con un cucchiaio d’Argento
Colloidale per 6/10 minuti. Stessa cosa vale per i bicchieri, tazzine e piatti.
Aggiungere nelle conserve e altri prodotti preparati in casa un cucchiaino d’argento.
Usare come l’acqua ossigenata su acne o simili (non c’è consiglio di quantità).
Aggiungere nell’acqua del bagno. Spruzzare sui piedi dopo essere stati in piscina.
Usare esternamente in caso di funghi con un bastoncino di cotone direttamente sulle unghie, e nelle orecchie.
Ottimo contro pruriti, verruche (alcuni porri svaniscono).
Spruzzare nelle scarpe e tra le dita per eliminare il piede d’atleta, i pruriti, gli arrossamenti, i funghi ecc. .
Spruzzare sulle mani dopo ogni intervento sanitario o antigienico.
Qualche goccia sui cerotti abbrevia i tempi di guarigione.
Ottimo per ogni tipo di dermatiti.
Riduce mal di denti, afte e irritazioni batteriche.
Spruzzare nei frigoriferi, congelatori, contenitori per il cibo e bidoni della spazzatura.
Aggiungere ai prodotti per ogni tipo di pulizia.
Aggiungere un cucchiaino nello shampoo, è un ottimo disinfettante.
Passare sulle tavolette del bagno, lavandini, sulla cornetta del telefono, sui bocchini, occhiali, pettini, forbicine da
unghie ecc. ecc. .
Dopo aver lavato frutta e verdura sotto acqua corrente, lasciarla 6/10 minuti immersa con acqua e Argento
Colloidale ( ½ o 1 cucchiaio per ogni litro d’acqua):
Applicarlo sotto le ascelle è un “antiodore” eccellente (Rilevamento RESET®).
Ci sono letteralmente altre centinaia di possibili usi essenziali per questo potente disinfettante atossico.
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USO ODONTOIATRICO dell’ACI:
E’ ottimo contro ogni tipo di infezione della cavità orale, nell’utilizzo per gargarismi, se ne consiglia farne uso
anche per lavare i denti (poche gocce sopra lo spazzolino) e dopo qualche minuto lavare i denti con un
tradizionale dentifricio, ottimo quello tachionico; se ne consiglia l’uso quotidiano come ideale collutorio
antibatterico (un cucchiaio anche diluito in mezzo bicchiere d’acqua); può essere assunto prima e dopo
interventi odontoiatrici e per implantologia; oppure tenuto per breve periodo nella cavità orale dopo aver subito
estrazioni, levigazioni, pulizie dentali ecc. . Lasciare in immersione le dentiere e gli apparecchi ortodontici per
circa 6/10 minuti e utilizzarli senza sciacquare.
DISINTOSSICAZIONE DALL’AMALGAMA:
Si consiglia rimuovere le amalgame dalle nostre bocche. Molti metalli contenuti nelle amalgame sono tossici:
( Vedi libro “Denti Tachionici” di L. Acerra – Macro Edizioni 2001; e “L’Energia Tachionica” e i suoi benefici di P.
Russo – Multimedia Cioffi 2004) www.takionic-reset.com
nichel cadmio, rame, cobalto, vanadio, tallio, germanico, mercurio, platino, titanio e perfino uranio.
E’ meglio eliminarle e sostituirle con materiali ceramici o non tossici.
Parecchie persone sono guarite da molti disturbi dopo la rimozione e sostituzione delle amalgame.
L’Argento Colloidale Ionico ha la facoltà di legarsi ad alcuni metalli, specialmente il mercurio, drenandoli dal
corpo e accelerando il processo di depurazione.
KINESIOLOGIA APPLICATA: Test muscolare Kinesiologico
Il Test Muscolare Kinesiologico non solo consente con grande facilità e precisione di individuare squilibri in
atto nella persona, ma permette altresì di individuare in maniera sicura e precisa la tecnica terapeutica più
adatta alla loro risoluzione, evitando di dover correggere successivamente terapie generiche poco adeguate
alle esigenze individuali, e consentendo invece di personalizzare il trattamento esattamente in funzione delle
esigenze specifiche che la persona in quel momento presenta.
Sosteniamo che, la kinesiologia è lo “strumento” migliore nella determinazione del bisogno personale di
Argento Colloidale, soprattutto se non ci sono infezioni in corso e non ne risultano neanche dalla storia
clinica personale. Si consigliano verifiche periodiche, ricordando che è sempre meglio optare a favore di
ricorrenti test. La Kinesiologia può essere lo “strumento” ottimale per determinare la quantità adatta a
neonati e bambini. Per conoscere come effettuare semplici test di kinesiologia, vi invito a visitare il sito
www.takionic-reset.com , è sicuramente un approccio utile, di, e, per questa “disciplina”.
Informazioni sulla SCOPERTA DEI TEST MUSCOLARI
Nel 1964, il dr. George Goodheart, che esercitava con successo da oltre 20 anni la sua professione, fu
colpito dal fatto che in uno dei suoi pazienti si verificava un cambiamento della forza muscolare dopo aver
massaggiato i punti neurolinfatici del muscolo tensore della fascia lata. Questa osservazione lo portò ad
approfondire lo studio dei punti di riflesso dei vasi linfatici, scoperti già nel 1920 dal dottor Chapman.
Una svolta importante si verificò quando egli fece pratica con i suoi pazienti dei cosiddetti Test Muscolari.
Questi erano stati sviluppati sin dagli anni 1940 da Henry O. Kendall e Florence P. Kendall per valutare in
ambito sportivo la efficienza di specifici muscoli o gruppi muscolari, attraverso apposite pressioni o
movimenti effettuati dall’operatore. Goodheart scoprì una visione completamente nuova dei muscoli del
corpo: notò, mentre effettuava le sue pratiche, che pazienti con disagi similari tendevano a presentare
debolezze a carico degli stessi muscoli. Egli effettuò tali verifiche su un notevole numero di suoi pazienti, per
giungere infine alla conclusione che i muscoli, oltre a ricoprire il loro ben noto ruolo nella postura statica e
dinamica della persona, mantengono anche una funzione, sino ad allora sconosciuta, di ‘indicatori’ per una
gamma virtualmente infinita di possibili squilibri in atto nella persona. Molto rapidamente Goodheart sviluppò
una tale familiarità con questa metodica da lasciare stupiti i suoi colleghi, in quanto era per lui sufficiente
testare una serie di muscoli della persona per poter fornire un quadro dettagliato del suo stato e dei disagi in
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quel momento presenti, con comprensibile sorpresa e sconcerto dei suoi amici e colleghi, a cui tale metodica
doveva allora apparire magica nella sua esecuzione.
La Kinesiologia riunisce la correlazione cinese tra malattia e tensioni o lassità muscolari, i canali di energia
dei meridiani e l’attivazione/inibizione dei fusi neuromuscolari della fisiologia occidentale.
Il test muscolare è, secondo questa disciplina, il linguaggio per interagire con il corpo, l’importante, come
dice Goodheart, è porre la domanda giusta nel modo giusto.
Possiamo definire la Kinesiologia come una tecnica per ottenere informazioni e per valutare i problemi
dell’individuo siano essi lesionali, funzionali o emotivi.
IN MEDICINA
I muscoli scheletrici vengono usati come indicatori dello stato di salute malattia.
Un aspetto importante è che l’individuazione di una disfunzione o di una lesione non dipende dai sintomi
portati dal paziente, per cui può accadere che queste vengano individuate prima della loro manifestazione. Il
compito del Kinesiologo “diagnosta” è di decifrare i messaggi emessi dal corpo senza influenzarli ed
integrarli poi con altre tecniche più accademiche. La kinesiologia non vuole sostituirsi alle altre più
“riconosciute” modalità diagnostiche, cerca soltanto di vedere laddove tali indagini non riescono ad arrivare.
La Kinesiologia infatti non è, e non è mai stata, una disciplina puramente diagnostica, bensì una risorsa
completa rivolta al benessere della persona, che utilizza il suo strumento di elezione – il Test Muscolare
Kinesiologico – sia per definire il quadro del disagio che per determinare il miglior percorso individuale per la
sua risoluzione. A questo scopo nel corso di quegli anni Goodheart ampliò la neonata disciplina con una
serie sempre più vasta di tecniche originali ed anche mutuate da altre discipline ancora poco conosciute,
quali le tecniche terapeutiche sviluppate negli anni precedenti da Frank Chapman e da Terrence Bennet,
nonché la millenaria tradizione terapeutica offerta dalla Medicina Tradizionale Cinese.
In questi suoi primi quarant’anni, la Kinesiologia ha mostrato una vitalità e una capacità di espansione nel
mondo comune a ben poche altre discipline. Ciò ha portato allo sviluppo di una serie vastissima di differenti
applicazioni in svariati ambiti terapeutici di interesse, al punto che oggigiorno nessuno, neppure George
Goodheart può veramente dire di conoscere la Kinesiologia tout court, talmente vasta e differenziata questa
disciplina ha saputo divenire nel corso di questi ultimi decenni. E tale sua tendenza non mostra segno di
cedimento alcuno. Successive ricerche consentirono a Goodheart di stabilire l’esistenza di legami
riflessologici dei muscoli sia con gli organi interni che con gli apparati. Una ulteriore scoperta fu la
constatazione che migliorando il rendimento di un muscolo (attraverso determinate manovre) si influiva
positivamente sull’organo o sull’apparato a questo collegato riflessologicamente. Questa scoperta ha messo
a disposizione del medico un sistema di diagnosi non invasiva e di terapie basate sulle metodiche della
medicina naturale: accertando la debolezza di un determinato muscolo, un kinesiologo, dopo aver escluso
un danno muscolare, può dedurre l’esistenza di un’alterazione nel funzionamento dell’organo
riflessologicamente correlato, anche in assenza di disturbi soggettivi da parte del paziente.
KINESIOLOGIA: POSSIBILITA’ INESAURIBILI
Con la kinesiologia possiamo avere un’infinità d’informazioni esatte e, consentitemi, a costo zero.
Con i test muscolari è quindi possibile stabilire di quanto argento colloidale abbiamo bisogno, quante volte al
giorno dovremmo assumerlo, in che orari ecc. ecc..
Ma per conoscenza non ci soffermiamo solo a questa valutazione.
Ad esempio possiamo scoprire se un qualsiasi prodotto, sia alimentare che non, è indicato per il nostro
corpo oppure intollerabile: se qualsiasi prodotto è per il nostro fisico fonte di allergia o benefico; se un
medicinale può rivelarsi utile o dannoso.
Tutto ciò potrebbe apparire come sorta di pseudo magia, ma la verità è che:
mentre noi, anche inconsapevolmente, possiamo errare e le apparecchiature anche quelle più sofisticate a
volte potrebbero guastarsi e non essere attendibili, le risposte che ci da il nostro corpo attraverso i test
muscolari sono risposte certe e sincere.
Il nostro fisico è un macchinario eccezionalmente perfetto e non sbaglia mai.
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AVVERTIMENTI:
Donne in stato di gravidanza o persone allergiche ai minerali-traccia devono consultare un medico prima
di assumere il prodotto ACI.
Se durante i primi giorni dall’assunzione dell’Argento si avvertiranno dolori o spossatezza, non
preoccuparsi, è normale. Si tratta di quella che è definita “crisi di guarigione”. Quando il corpo scarica
una grossa quantità di tossine tutte insieme, gli organi depurativi emuntori (i cinque sistemi
depurativi del corpo) , “fegato, polmoni, reni, intestino, pelle” tendono a sovraccaricarsi e in tal caso è
bene bere molta acqua, ridurrà così i sintomi rapidamente.
È sempre necessario ricordare di non lasciare mai l’ACI a portata di mano dei bambini.
Dalle esperienze riportate dai nostri associati della AN. RESET®, consiglio di non assumere l’ACI la sera
prima di coricarsi, poiché potrebbe rilevarsi come fonte energetica contrastando un tranquillo sonno.
Non lasciare l’ACI in automobile per lunghi periodi, specialmente nel periodo estivo, potrebbe divenire
inefficace.
Persone affette da problemi coronarici o portatori di bay pass devono consultare un medico prima di
assumere l’ACI.
ALTRI USI DELL’ARGENTO COLLOIDALE
In USA, Canada e Svizzera, i medici utilizzano vari tipi d’argento per curare molteplici infezioni.
Negli USA l’Argento è usato nella chirurgia delle ossa. Naturopati e Omeopati usano l’Argento Colloidale per
il 70% degli ustionati gravi. Anche nella Medicina Cinese, nell’Ayurveda e nell’Omeopatia i terapeuti usano
regolarmente l’Argento nei loro trattamenti. In Svizzera i biochimici stanno studiando la capacità dell’Argento
di interrompere la replicazione delle cellule HIV (AIDS) nei vari stadi. La NASA utilizza un sistema di
purificazione dell’acqua con Argento sugli space shuttle, cosa simile avviene con i russi. Le compagnie
aeree Air France, Alitalia, British Airways, Canadian Pacific, Japan Air Lines, KLM, Luftansa, Olympic, Pan
Amaro Svedese, SAS e Swissair utilizzano filtri d’acqua in Argento per circoscrivere le infezioni batteriche.
L’Argento viene utilizzato spesso nelle piscine al posto del cloro ( che comunque si è dimostrato tossico).
Aziende giapponesi usano l’Argento per rimuovere ossido cianidrico e nitrico dall’aria. In Italia la AN.
RESET® lo utilizza congiuntamente ad attivatori tachionici (polvere e acqua tachionica) per energizzare,
nonché per purificare maggiormente contenitori, posateria, utensili e soprattutto cibi e bevande.
GENERE:
L’ ARGENTO COLLOIDALE IONICO “ACI”, come detto viene considerato il più potente antibiotico prodotto
dall’uomo. Il termine “colloidale” indica che l’Argento è in sospensione, mentre “ionico” indica che è presente
sotto forma di ioni. I colloidi sono le più piccole particelle nei quali può essere scissa la materia senza
perdere le sue proprietà intrinseche. La scissione in particelle microscopiche comporta un aumento della
superficie totale di azione e quindi dell’esito terapeutico, aumenta inoltre la possibilità di penetrazione
nell’organismo senza accumulo dei tessuti. Da un punto di vista scientifico, si parla di sistema colloidale
quando sussistono tre condizioni: a) le particelle devono essere insolubili; b) presenza di diversi tipi di
particelle, come ad esempio acqua e argento; c) le particelle devono essere in fasi diverse, come ad
esempio: gas-liquido solido o liquido. I colloidi, quindi, sono eterogenei, multifase ed insolubili. Queste
particelle sono caricate elettricamente, e quindi, cariche elettriche uguali si respingono mantenendosi
reciprocamente in equilibrio. Ecco la motivazione che non bisogna mai usare contenitori di plastica, evitando
altresì anche utensili di plastica (cariche elettrostatiche) o metalli quando si usa l’argento ionico. Le particelle
microscopiche di Argento Ionico si diffondono gradualmente nel corpo attraverso il sangue, esercitando
un’azione terapeutica prolungata nel tempo. L’ACI, formato da particelle submicroscopiche non centra nulla
con quello “organico”, sono completamente diversi tra loro, infatti l’organico si ottiene diluendo lo pseudo
colloide in polvere, definito argento protei nato, vitelli nato o caseinato, il quale lo si trova anche in alcuni
prodotti farmaceutici classici, quasi tutti estinti del tipo: collargol- ascorgol- arscolloid- argisone- argotone.
L’Argento Colloidale Ionico prodotto dal dott. Pierluigi Russo per la AN. RESET® è senza dubbio tra i migliori
e più tutelati esistenti in commercio. (Vedi conclusione della ricerca universitaria).
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Esso viene ricavato mediante un processo di elettrolisi, in cui vengono utilizzati elettrodi d’ Argento puro,
valore di 999/1000, immersi in acqua, ai quali viene applicata una differenza potenziale. L’acqua utilizzata
come elettrolita deve avere un valore di conduttività molto basso, prossimo a 0 ◌ֽuS (micro Siemens)
“bidistillata”. Durante il processo di elettrolisi si formano ioni d’Argento Ag+ che eserciterebbero l’azione
antibiotica.
Affinché L’Argento Colloidale Ionico, sia biologicamente attivo, non tossico e che non causi il fenomeno
dell’ARGIRIA (colorazione grigiastra dei tessuti in cui si depositano sali di argento o di particelle di
dimensioni relativamente grandi, che possono formarsi quando il procedimento di elettrolisi non è perfetto),
deve verificarsi che le dimensioni delle particelle non siano superiori a 0,05 micron, che non ci sia la
presenza di sali d’argento ( o che questa sia comunque trascurabile) e nemmeno di particelle agglomerate, e
che la concentrazione di ioni d’Argento non sia superiore a 10/20 parti per milione (ppm). La qualità più
indicata di Argento Colloidale Ionico dovrebbe essere quella da 9 a 14 ppm.. Una soluzione più potente,
adeguata per diluire è quella di 15/24 ppm.; questa viene utilizzata sopratutto per i trattamenti odontoiatrici.
Poi vi è un più elevato composto (equivalente a circa 40 ppm.) che possiamo considerare “concentrato”, ma
questo non lo consigliamo, dal momento che già quello di sole 9 ppm è da considerarsi molto buono.
PROVE BATTERICHE
Anche se noti già da molto tempo, desidero riportare dei dati che reputo importanti ricollegandomi ad una
pubblicazione del Dr. Babbolin Giovanni Ph.D., N.D. e relazionata da:
David A. Revelli Microbiologo
Brigham Young University
Dr. Ron W. Leavitt, Ph.D. Professore di Microbiologia / Biologia Molecolare Brigham Young University .
Dipartimento di Microbiologia Brigham Young University 775 WIDB P.O. Box 25253 .
Provo, Utah 84602-5253
Viene riferito che: “Si sta ancora testando la vera efficacia dell’argento secondo le parti per milione
(ppm)”. In maniera certa come già elencato negli articoli stilati dai suddetti microbiologi; una concentrazione
al di sopra di 10/15 ppm “forse” potrebbe divenire una soluzione instabile e non sarebbe molto efficace,
inoltre potrebbe provocare argento metallico tendenzialmente tossico per l’organismo.
A nostro parere questo potrebbe accadere se l’argento colloidale verrebbe prodotto con superficialità e
trascuratezza da persone inesperte e/o poco coscienti. Nell’associazione RESET, abbiamo constatato, nel
corso degli anni, che l’argento colloidale seppur preso in quantità maggiore del necessario, e, pur
superando le 15 ppm, non ce stato nessun caso di dannosità alle persone o animali rilevandosi
particolarmente efficace e totalmente innocuo per il corpo. Sappiamo, comunque, che effettivamente non
sono necessarie esagerazioni nel produrre un ACI che superi le 15 ppm. . Ribadito ciò è interessante
stimare la suddetta catalogazione delle risultanze di prove batteriche eseguite da esperti e illustri
professionisti.
PROVE BATTERICHE – Test Risultati Sintesi
I seguenti risultati suggeriscono che una soluzione stabile di argento ionico colloidale è un agente
antimicrobico ad ampio spettro, che è effettivamente in grado di arrestare la crescita, e nel fatto
uccidere, una varietà di batteri.
E’ stato testato nei confronti dei seguenti organismi:
Staphylococcus aureus (Polmonite, infezioni agli occhi, infezioni della pelle (foruncoli, impetigine, cellulite,
infezioni post operatorie), la sindrome da shock tossico, meningite, intossicazioni alimentari, osteomielite, e
molti altri) inibito con argento ionico colloidale a 2.5 ppm e ucciso e 5 ppm.1/22/99 relazione BYU. Shigella
boydii (Bacillary dissenteria-caratterizzata da forti crampi e dolori addominali diarrea sanguinosa) ucciso con
1.25 ppm e ucciso con 2.5 ppm. 1/22/99 relazione BYU. Salmonella arizona (Intossicazione alimentare,
ecc)ucciso con 2.5 ppm e 5 ppm. 1/28/99relazione BYU. Salmonella typhimurium (Avvelenamento
alimentare e febbre enterica) inibito e ucciso in una concentrazione di 2,5 ppm. 6/7/99 relazione BYU. E. coli
(Intossicazioni alimentari, infezioni del tratto urinario, diarrea del viaggiatore, la diarrea nei bambini, infezioni
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del tratto respiratorio, e le infezioni della ferita) e inibito ucciso con 2.5 ppm. 1/22/99 relazione BYU.
Haemophilus influenzae (Otite media (infezione all’orecchio), polmonite, meningite, infezioni della gola e
dei seni (compresi epiglottite nei bambini e sinusite), e suppurativi artrite nei bambini) e inibito ucciso con
1.25 ppm. 1/22/99 relazione BYU. Enterobacter aerogenes (Infezioni della ferita, infezioni del tratto
urinario, batteriemia, meningite) inibito e ucciso in una concentrazione di 2,5 ppm. 6/7/99 relazione BYU.
Enterobacter cloacae
(Cause ilnesses simili a E. aerogenes) inibito e ucciso in una concentrazione di 5 ppm. 6/7/99 relazione
BYU. Klebsiella pneumoniae (Bassa infezioni del tratto respiratorio, le infezioni nosocomiali (diffusione
delle infezioni negli ospedali), del tratto urinario e delle infezioni della ferita, e batteriemia) e inibito ucciso
con 2.5 ppm. 1/28/99 relazione BYU. Klebsiella oxytoca (Simili a quelle causate da infezioni K.
pneumoniae) inibito e ucciso in una concentrazione di 2,5 ppm. 6/7/99 relazione BYU. Pseudomonas
aeruginosa (Gravi ustioni e infezioni della ferita, cheratite, polmonite, meningite, le infezioni nosocomiali,
infezioni del tratto urinario, ecc) ucciso con 2.5 ppm e 5 ppm. 1/22/99 relazione BYU. Streptococcus
pneumoniae (Polmonite, meningite, sinusite, otite media (infezione all’orecchio) ucciso con 2.5 ppm e 5
ppm. 4/21/99 relazione BYU.
Streptococcus pyogenes (Infezioni della pelle, infezioni delle vie respiratorie superiori (ossia STREP gola),
impetigine, delle infezioni nosocomiali, scarlattina, ecc) e inibito ucciso con 1.25 ppm. 1/22/99 relazione
BYU. Streptococcus faecalis (Infezioni del tratto urinario, endocarditi, infezioni della ferita, ecc) ucciso con
2.5 ppm e 5 ppm. 1/22/99 relazione BYU. Streptococcus mutans (Una tra le principali cause della placca
dentale e carie ecc) inibito e ucciso a 5 ppm. 2/3/99 relazione BYU. Streptococcus gordonii (Carie, anche
implicati in endocardite infettiva una infezione delle valvole cardiache) inibito e ucciso con 5 ppm. Relazione
BYU 2/12/99.
Migliaia di test sono stati completati e la capacità di uccidere i batteri si e vista efficace con concentrazioni di
10 ppm, anche meno. Il test indipendenti hanno dimostrato che una soluzione stabile è molto efficace a
uccidere i batteri e lieviti, tra cui i seguenti:
60 diversi ceppi di Staphylococcus aureus (polmonite, infezioni agli occhi, infezioni della pelle bolle,
impetigine, cellulite, la sindrome da shock tossico, meningite, intossicazioni alimentari, osteomielite, e molti
altri), E. coli, B. (cibo avvelenamento); Shigella boydii (violenta intossicazione alimentare); Salmonella
Arizona (intossicazioni alimentari); Salmonella typhimurium (intossicazione alimentare, la febbre enterica);
60 diversi ceppi di Salmonella choleraesuis (cibo posioning); Haemophiles influenzas (influenza, infezioni);
Klebsiella pneumoniae (polmonite, meningite, le infezioni nosocomiali – la diffusione delle infezioni negli
ospedali); Klebsiella Oxytoca; 60 diversi ceppi di Pseudomonas aeruginosa (difterite-come malattie, bruciare
e tagliare le infezioni, meningite, polmonite, ecc); Streptococcus polmonite (polmonite, meningite, sinusite,
otite media, infezioni delle orecchie), Streptococcus pyogenes (STREP infezioni della gola, infezioni della
pelle, ecc); Streptococcus faecalis (infezioni del tratto urinario e endocardite); Streptococcus mutans (una
delle principali cause di carie); Streptococcus gordonii (carie, anche implicati in endocardite infettiva-una
infezione delle valvole cardiache); Enterobacter aerogenes (infezioni della ferita, infezioni del tratto urinario,
batteriemia e la meningite), Enterobacter cloacae (ferite infette, infezioni del tratto urinario, batteriemia,
meningite e); tubercolosi di tipo B ( la tubercolosi è il numero uno di uccidere i batteri umani in tutto il
mondo); S. cerevisiae var lievito; Montrachet lievito.
Certamente molte altre conferme potrebbero consentirci di progettare una soluzione di AC. con mirate ppm.
per diversi tipi di patologia.
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CARATTERISTICHE PRODUTTIVE DELL’ARGENTO COLLOIDALE RESET®
L’acqua utilizzata per la produzione d’argento è viva (cioè quella di fonte) ma depurata: essa viene purificata
tramite un filtro di carboni attivi e da un ulteriore filtraggio a rinforzo depurativo con attivatori tachionici.
Viene poi distillata per mezzo di un apposito macchinario.
Occorrono 7 ore per distillarne 4 litri e altre 7 ore per rendere la stessa bidistillata.
L’acqua possiede la capacità di rispondere a stimolazioni esterne memorizzando nella struttura dei propri
cristalli delle informazioni.
Esistono vari trattati su questo stupendo argomento.
Personalmente consiglio la lettura dei seguenti testi:
“ L’acqua che guarisce” di MASARU EMOTO e JÜRGEN FLIEGE ed. Mediterranee;
“ Acqua e Sale” di BARBARA HENDEL e PETER FERREIRA ed. Macroedizioni;
“ L’acqua Specchio della Vita” di O. COSTA, D. TESSAROTTO, C.K. CORTELLA ed. Delfino;
“ Il tuo corpo implora acqua” di FEREYDON BATMANGHELIDJ ed. Macroedizioni.
Masaru Emoto – e i messaggi dell’Acqua
L’acqua non è tutta uguale. A livello fisico e chimico presenta un’enorme variabilità. Ma anche due acque
che hanno le stesse proprietà chimiche e fisiche possono essere molto diverse tra loro. Fino ad alcuni anni
fa queste tesi erano sostenute da fautori delle discipline olistiche e naturali, ma rifiutate dalla scienza. Ma
Masaru Emoto ha inventato un procedimento assolutamente scientifico per dimostrare che l’acqua ha una
memoria, che è influenzata da inquinamento, musica, parole, scritte, intenzioni. Ha scritto diversi libri in cui
ha riportato centinaia di foto estremamente interessanti di cristalli di acque diverse. Il dottor Masaru Emoto,
scienziato e ricercatore giapponese, ha messo a punto una tecnica per esaminare al microscopio e
fotografare i cristalli che si formano durante il congelamento di diversi tipi d’acqua. Ha poi fotografato l’acqua
esposta a parole scritte, a musica, preghiere, parole pronunciate, acqua di montagna, acqua inquinata, ecc..
Si è visto che i cristalli dell’acqua trattata muta di struttura, inviando messaggi.
Le immagini di seguito riportate, tratte dal libro “I messaggi dell’acqua” Ed. Mediterranee, mostrano, come
l’acqua sia come un nastro magnetico liquido in grado di registrare in modo molto sensibile le informazioni
energetiche che riceve dall’ambiente. Sui libri di Emoto potrete vedere moltissime altre fotografie e trovare
una spiegazione più dettagliata del suo metodo di analisi.
14 [ => Qui mancano le immagini, che però potete vedere nella versione PDF del libro: http://lamedicinadellanuovaera.eu/wp-content/uploads/2020/03/LIBRO-ARGENTO-COLLOIDALE-IONICO-2020.pdf ]
Kawachi, canzone popolare
Aria per la 4a corda di Bach
Canzone di addio di Chopin
Musica Heavy Metal
Sinfonia n° 40 in Sol Minore di Mozart
Variazioni Goldberg di Bach
Fonte Sayo
Acqua esposta alle parole:
Ti ucciderò, mi fai schifo
Acqua di Lourdes
Amore
Grazie in Giapponese
Acqua di bacino dopo la preghiera
Dio Giapponese Amaterasu Discorso di Hitler Acquedotto di Parigi
Certamente nulla di nuovo per chi conosce l’omeopatia, la floriterapia e le proprietà delle Acque Spirituali,
ma estremamente utile per chi ha necessità di avere una dimostrazione scientifica.
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Ecco il perché durante le fasi di distillazione sottoponiamo l’acqua a frequenze musicali armoniche,
distensive e rilassanti, per questo prediligiamo la musica OM, o i Canti Gregoriani.
La stessa acqua poi, viene posta a riposare (anche per qualche giorno) in un contenitore di vetro scuro
contenente centinaia di perle tachioniche per arricchirla, rinforzarla ed energizzarla.
Prima del processo di elettrolisi, l’acqua viene rivitalizzata con pluritravasamento da un contenitore ad un
altro per 15 volte utilizzando un imbuto di vetro farmaceutico nel quale alloggia una barra di titanio puro a
sua volta informato con onde elettromagnetiche in stato di risonanza permanente.
Questa, viene poi riversata , tramite un altro imbuto in ceramica apiombica con avvolgimento interno a
spirale d’argento puro, in un contenitore di vetro appositamente disinfettato per iniziare il processo di
elettrolisi con il generatore AFJM® a medio-alta concentrazione.
GENERATORE AFJM®
Generatore AFJM 2010®
Il generatore AFJM consta di un collettore per l’inserimento di due sonde in argento purissimo (999/1000)
che vengono introdotte nell’acqua bidistillata per un tempo predeterminato, (media concentrazione “9 ppm.”
per 200 ml. >o< 40-45 min. – alta concentrazione “RESET” “14-19 ppm.” per 200 ml. >o< 60 minuti) il che
equivale a dire: che con un generatore per produrre ogni litro d’Argento Colloidale Ionico si impiegano
almeno altre 5 ore. Il controllo delle sonde deve essere costante e, la pulizia delle stesse deve essere
effettuata inizialmente almeno ogni 12/15 minuti e, successivamente almeno ogni 5 minuti, fino ad arrivare
alla loro pulizia ogni minuto.
Sonde d’argento 999/1000
Questo apparecchio elettronico utilizzato dalla AN. RESET® (che possiamo definire intelligente poiché
svolge importanti operazioni in autonomia) ha il compito di generare corrente milliampereometrica a
bassissima tensione continua elettrica. Presenta un completo voltometro digitale con un fondo scala 1 che
sta ad indicare il fuori scala del di sopra dei 20volt. in processo. Frontalmente è altresì presente un
regolatore della forza lavoro per aumentare/diminuire corrente e tensione di flusso ai capi delle sonde
d’argento. Questo generatore garantisce la produzione di ACI in soluzione per 15/20 ppm. in completa
autonomia e senza l’obbligo del misuratore di densità (TDS); infatti per ottenere un 13 ppm. è sufficiente
rilevare sul display annesso il valore di 12,50 o 13 volt. Ad inizio processo l’indice amperometrico mostra un
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valore di oltre 20 volt., e il lettore mostrerà 1 di fondo scala: trascorsi dai 3 ai 5 minuti inizia una sorta di
count down e apparirà sullo schermo 19 volt., così via fino al raggiungimento di 12/13v.
Durante il trattamento (che viene effettuato in silenzio per non influenzare l’acqua da rumori inopportuni e
possibilmente in penombra se non al buio), l’acqua viene ossigenata tramite l’immissione d’aria generata da
una pompa “ESGHECO prima” e viene ancora stimolata con frequenze musicali armoniche.
Terminato il trattamento, la soluzione viene posta in bottiglie decontaminate di vetro scuro.
Ossigenazione dell’acqua durante il trattamento per la produzione dell’ACI RESET®
Come avete osservato, per ottenere un’ottima soluzione di Argento Colloidale Ionico, il tempo impiegato è
notevole; notevole, come del resto lo è il risultato ottenuto.
Buona Salute.
Test per le particelle in sospensione.
Possiamo verificare tramite “effetto Tyndall” se vi sono microparticelle solide in sospensione che diffondono
la luce. Infatti le particelle non possono diffondere la luce se sono più piccole di 400 nm (nm = nanometri =
milionesimi di millimetro) che è la lunghezza d’onda della luce violetta, la più breve dello spettro visibile (dai
400 nm del violetto estremo, fino ai 750 nm del rosso estremo).
Per il test occorrono un contenitore con pareti trasparenti, e una fonte di luce intensa che possa emettere un
fascio sottile e netto. Per questo test va benissimo un puntatore laser, di quelli molto economici a portachiavi
(rosso chiaro, 650 nm), volendo si può usare anche una piccola torcia dal fascio molto intenso e concentrato
o una luce direzionale ultravioletta.
Semplicemente si indirizza il fascio di luce attraverso il liquido lateralmente al contenitore di produzione, e
guardando dall’alto in ambiente scuro si verifica se il raggio risulta visibile. Un liquido privo di particelle in
sospensione, non permette di vedere il percorso del raggio.
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Test per l’Argento metallico.
Il miglior Argento colloidale non contiene microparticelle di Argento metallico, ma solo ioni Argento.
L’Argento metallico può spezzare la molecola di perossido di Idrogeno (H2O2) e liberarne i gas, in quanto
agisce come catalizzatore.
Ricordiamo che la normale acqua ossigenata per medicazioni è appunto perossido di Idrogeno in soluzione
a 10 o 12 volumi.
Per il test occorrono dunque normale acqua ossigenata (purché nuova o ben conservata), un piccolo
sacchetto di plastica trasparente assolutamente nuovo e pulito, e qualcosa per chiudere strettamente il
sacchetto senza lasciarvi aria (va benissimo un attache o clip fermacarta di quelli grandi).
Si mettono circa 30 cc del liquido da testare nel sacchetto, si aggiunge pressappoco mezzo cucchiaio di
acqua ossigenata e si chiude col fermaglio, spingendolo avanti sul sacchetto ripiegato sino ad espellere tutta
l’aria, e si lascia riposare qualche ora.
Se c’è Argento metallico si formeranno delle bollicine di gas, appunto l’Idrogeno e l’Ossigeno liberati dal
perossido per azione catalitica dell’Argento.
Test per l’Argento metallico.
Questo test serve per verificare che vi siano ioni di Argento e non solo i suoi sali. Il suo principio è che il
cloruro di sodio nell’acqua si scinde in ioni Sodio e ioni Cloro, e questi ultimi in presenza di ioni Argento
formano microscopici cristalli di cloruro d’Argento, insolubili, che restano a lungo in sospensione.
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Test per i cristalli di cloruro d’Argento
Per il test occorrono due contenitori tipo due provette o due bicchierini ben puliti, e un pizzico di cloruro di
sodio (il normale sale da cucina).
Si mettono i due contenitori vicini, e in entrambi si versa un poco del liquido da testare.
In uno solo dei contenitori si aggiunge un pizzico di cloruro di sodio, e lo si agita un po’ per discioglierlo.
Vi sono ioni di Argento se il liquido col sale diviene appena appena più torbido entro qualche minuto.
Il secondo contenitore è necessario per un confronto, in quanto può altrimenti essere piuttosto difficile
giudicare se nel primo vi sia o no la lievissima lattiginosità (nella foto quello lattiginoso è a sinistra, la
differenza è davvero poca).
Test per i cristalli di cloruro d’Argento
Per interesse aggiungiamo che se c’è molto Argento ionico e abbastanza cloruro di sodio, lasciando riposare
il tutto dopo un paio di giorni sul fondo si formeranno cristalli trasparenti di cloruro d’Argento.
Tuttavia è quasi inevitabile che vi siano non solo ioni, ma anche una minima quantità di sali
d’argento, sia generati nel momento stesso della produzione, che formatisi successivamente per
degrado della forma ionica. L’importante è potersi rendere conto della qualità anche al momento
stesso della assunzione.
La prova del sapore
In assenza di costose analisi chimico-fisiche dettagliate, il senso del gusto può dare importantissime
indicazioni.
L’argento colloidale di ottima qualità non ha nessun sapore? “dissidenza” .
(Chi dice che l’Argento Colloidale Ionico per essere ottimo non deve avere nessun sapore, sta elargendo
sicuramente acqua fresca).
I principali sali d’argento responsabili dell’eventuale gusto, qualunque esso sia, sono il nitrato e il cloruro.
Essi possono assumere svariati gusti, tanto per le loro intrinseche proprietà, singolarmente o in diversa
combinazione tra loro, quanto per le diversissime reazioni chimiche alle quali possono dar luogo nella bocca,
in presenza di altre sostanze proprie dell’organismo o recentemente assunte, ad esempio con i cibi, con i
farmaci, col fumo, derivanti dagli adesivi per protesi dentali, ecc.
PROCEDIMENTO: sciacquare la bocca con normale acqua (non gasata), attendete un minuto, poi,
assaggiate l’argento colloidale facendo attenzione alla sensazione ai lati della lingua per il
salato/acido/metallico, e al retro della lingua per l’amaro.
Significato del gusto
appena percettibile amarognolo = ottimo
appena avvertibile metallico = buono
allappante, salato, molto metallico, amaro = sali di argento in genere
molto metallico-amaro (dolce per i fumatori) = argento nitrato
molto amaro = argento cloruro
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Ricordiamo comunque che, come già detto, nella preparazione dell’argento colloidale ionico è quasi
inevitabile la formazione di una minima quantità di sali, ma che sia davvero minima!
Inoltre col tempo (parliamo di svariati mesi) anche il migliore prodotto, se non conservato adeguatamente, si
degrada e forma sali per la perdita della carica elettrica degli ioni, che così si aggregano tra loro e possono
reagire chimicamente con altre sostanze presenti.
Per concludere il discorso sul sapore:
è perciò del tutto accettabile un gusto leggermente metallico e/o amarognolo purché molto tenue.
Diversamente qualcosa proprio non va nel metodo di produzione, o nella conservazione, o in ambedue le
cose.
PER UNA BUONA CONSERVAZIONE:
La carica dell’Argento Colloidale viene persa nel tempo (qualche anno) ma molto più rapidamente con
l’esposizione alla luce diretta a causa dell’interazione con i fotoni, o a contatto con plastica e/o metalli.
Quindi, ricordarsi di conservare la soluzione d’Argento al buio, lontano da fonti di calore; evitare sbalzi
eccessivi di temperatura, non va tenuta in frigorifero; evitare di porla vicino ad apparecchi elettrici; è buona
norma se tenuta dentro un mobiletto rivestendo la bottiglia con carta opaca.
Il confezionamento RESET® sebbene non elegante è sicuramente il più adatto.
(Consigliamo di non togliere la carta opaca dalla bottiglia).
Confezionamento dell’ACI prodotto dalla RESET®
In alcuni testi troverete scritto che per conservare al buio l’Argento Colloidale è consigliabile incartare la
bottiglia con carta stagnola; sarebbe opportuno evitarlo !! l’alluminio vi ricordo, fa parte degli elementi
dannosi e potrebbe compromettere la bontà e l’efficacia dell’Argento.
La AN. RESET® dopo vari esperimenti, ha sviluppato un’ulteriore applicazione energetica e purificatrice con
rinforzo di tachioni nella felice combinazione con l’Argento Colloidale Ionico, proseguendo il loro
investimento di tempo, in ricerche sempre più avanzate per l’utilità sociale. Ha creato in collaborazione con
la dott.sa Maddalena Galliani della Takionic Europe anche l’Argento Colloidale Ionico Takionico contenente
il 25% di attivatori Tachionici.
***** °°°°° *****
Per ulteriori chiarimenti potete telefonare al dott Pierluigi Russo al 3388012142,
o scrivere e-mail takionic@hotmail.it oppure russo benessere@hotmail.it
oppure rivolgersi a qualsiasi promulgatore della AN. RESET® .
L’argento viene confezionato in bottiglie da 100 ml. – 250 ml. – 500 ml.
È sicuramente tra i migliori Argento Colloidale Ionico in commercio e a costi particolarmente contenuti.
IN CONCLUSIONE DESIDERO RIPORTARE LA RICERCA EFFETTUATA DALLA DOT.SSA MIGNOGNA
ELEONORA DEL DIPARTIMENTO DI MEDICINA SPERIMENTALE DELL’UNIVERSITA’ DI NAPOLI
SULL’ARGENTO COLLOIDALE PRODOTTO DAL DOTT. PIERLUIGI RUSSO
20
SECONDA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI
Dipartimento di Medicina Sperimentale
Sezione di Microbiologia e Microbiologia Clinica
Via De Crecchio,7 – 80138 Napoli
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STUDI SULL’ATTIVITA’ ANTIMICROBICA
DELL’ARGENTO COLLOIDALE IONICO
Dot.ssa Mignogna Eleonora
Napoli
24/10/2011
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La presente ricerca sull’Argento Colloidale Ionico è stata condotta nell’anno 2011 dalla
dot.ssa Mignogna Eleonora del dipartimento di Medicina Sperimentale Sezione di
Microbiologia e Microbiologia Sperimentale della seconda Università degli Studi di Napoli
per conto ed interesse del dott. Pierluigi Russo, produttore dell’Argento Colloidale Ionico
testato.
Si e’ studiata la soluzione cationica colloidale d’argento.
L’Argento Colloidale Ionico viene ricavato mediante un processo di elettrolisi, mediante l’utilizzo
di elettrodi d’ Argento puro del valore di 999/1000, immersi in acqua, ai quali viene applicata una
differenza potenziale. L’acqua utilizzata come elettrolita deve avere un valore di conduttività molto
basso, prossimo a 0 ◌ֽuS (micro Siemens) “bidistillata”. Durante il processo di elettrolisi si formano
ioni d’Argento Ag+ che eserciterebbero l’azione antibioticaPer dare luogo al processo di elettrolisi
a medio-alta concentrazione si utilizza un generatore dernominato AFJM.Il generatore AFJM
consta di un collettore per l’inserimento di due sonde in argento purissimo (999/1000) che vengono
introdotte nell’acqua bidistillata per un tempo predeterminato; (media concentrazione “9 -13 ppm.”
per 200 ml. >o< 40-45 min. – alta concentrazione “14-24 ppm.” per 200 ml. >o< 60 minuti).
Il controllo delle sonde deve essere costante e, la pulizia delle stesse deve essere effettuata
inizialmente almeno ogni 12/15 minuti e, successivamente almeno ogni 5 minuti, fino ad arrivare
alla loro pulizia ogni minuto.
Questo apparecchio elettronico ha il compito di generare corrente milliampereometrica a
bassissima tensione continua elettrica. Presenta un completo voltometro digitale con un fondo scala
1 che sta ad indicare il fuori scala del di sopra dei 20volt. in processo. Frontalmente è altresì
presente un regolatore della forza lavoro per aumentare/diminuire corrente e tensione di flusso ai
capi delle sonde d’argento. Questo generatore garantisce la produzione di ACI in soluzione per
15/20 ppm. in completa autonomia e senza l’obbligo del misuratore di densità (TDS); ad esempio,
per ottenere un 13 ppm. è sufficiente rilevare sul display annesso il valore di 12,50 o 13 volt. Ad
inizio processo l’indice amperometrico mostra un valore di oltre 20 volt., e il lettore mostrerà 1 di
fondo scala: trascorsi dai 3 ai 5 minuti inizia una sorta di count down e apparirà sullo schermo 19
volt., così via fino al raggiungimento di 12/13v.
Durante il trattamento l’acqua viene ossigenata tramite l’immissione d’aria generata da una pompa
“ESGHECO prima” e viene ancora stimolata con frequenze armoniche (OM).
Terminato il trattamento, la soluzione di Argento Colloidale Ionico viene travasata con un imbuto
d’argento in bottiglie decontaminate di vetro scuro.
Dalla letteratura è ben noto il potere antibatterico dell’argento capace di inibire crescita batterica a
concentrazioni note.
Le nane particelle disciolte in soluzione tendono a non permettere una reale crescita e
moltiplicazione cosi che i batteri già presenti in soluzione esplicano la loro fase di crescita e vanno
incontro a morte.
Non potendosi cosi’ moltiplicare la loro virulenza rimane limitata e quindi l’infezione risulterà
blanda e andrà incontro a risoluzione spontanea.
Si e’ quindi pensato di analizzare il suddetto composto come un inibitore microbiologico.
Tra i primi test effettuati vi e’stata una variazione della M.I.C. (minima concentrazione inibente) e
su piastra e in falcon.
Sono di seguito riportati gli esperimenti effettuati a cui si allega a fine relazione i protocolli di ogni
singolo esperimento.
Partendo da una soluzione di argento colloidale cationico di nota concentazione da un minimo di 8
PPM fino ad un massimo di 20 PPM si sono effettuati i seguenti esperimenti:
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1)Ricerca dell’argento in soluzione grazie al lievito Pichia Pastoris in grado di liberare le
nanoparticelle presenti in soluzione e dando luogo ad un cambiamento di colore.
2)M.I.C. in piastra dove si e’ piastrato concentazione nota di batteri pari a 8×10^8 UFC di E.coli
non resistenti.
In seguito si e’ aggiunto 100 μl della soluzione in esame sulla piastra,lasciando o/n a 37°C.
Il giorno dopo non si e’ osservata alcuna inibizione batterica.
3) M.I.C. in piastra dove si e’ piastrato concentazione nota di batteri pari a 1×10^6 UFC di E.coli
non resistenti. In seguito si e’ aggiunto 100 μl della soluzione in esame sulla piastra,lasciando o/n a
37°C. Il giorno dopo si e’ osservata una inibizione pari al 5,3%
4) ) M.I.C. in piastra dove si e’ piastrato concentazione nota di batteri pari a 1×10^6 UFC di E.coli
non resistenti. In seguito si e’ aggiunto sulla piastra 100 μl della soluzione di argento colloidale a
concentrazione di 12 PPM, lasciando o/n a 37°C. Il giorno dopo si e’ osservata una inibizione pari
al 6%
5) ) M.I.C. in piastra dove si e’ piastrato concentazione nota di batteri pari a 1×10^6 UFC di E.coli
non resistenti. In seguito si e’ aggiunto sulla piastra 100 μl della soluzione di argento colloidale a
concentrazione di 15 PPM, lasciando o/n a 37°C. Il giorno dopo si e’ osservata una inibizione pari
al 8,9%
6) ) M.I.C. in piastra dove si e’ piastrato concentazione nota di batteri pari a 1×10^6 UFC di E.coli
non resistenti. In seguito si e’ aggiunto sulla piastra 100 μl della soluzione di argento colloidale a
concentrazione di 18 PPM, lasciando o/n a 37°C. Il giorno dopo si e’ osservata una inibizione pari
al 12%
7) M.I.C. in piastra dove si e’ piastrato concentazione nota di batteri pari a 1×10^6 UFC di E.coli
non resistenti. In seguito si e’ aggiunto sulla piastra 100 μl della soluzione di argento colloidale a
concentrazione di 18 PPM, lasciando o/n a 37°C. Il giorno dopo si e’ osservata una inibizione pari
al 15%
8) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 8×10^8 UFC in 1ml di
argento colloidale 8 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo non si e’ osservata inibizione.
9) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 1ml di
argento colloidale 8 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo non si e’ osservata inibizione.
10) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 2ml di
argento colloidale 8 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°C il giorno dopo non si e’ osservata inibizione.
11) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 3ml di
argento colloidale 8 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo non si e’ osservata inibizione.
12) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 5ml di
argento colloidale 8 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°C il giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 2,8%.
13) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1 ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 10ml di
argento colloidale 8 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 5,1%.
14) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 14ml di
argento colloidale 8 PPM.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 6%.
15) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 1ml di
argento colloidale 15 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo non si e’ osservata inibizione.
16) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 2ml di
argento colloidale 15 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
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Lasciando a incubare o/n a 37°C il giorno dopo non si e’ osservata inibizione.
17) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 3ml di
argento colloidale 15 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 1,6%.
18) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 5ml di
argento colloidale 15 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°C il giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 2,1 %.
19) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1 ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 10ml di
argento colloidale 15 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 6%.
20) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 14ml di
argento colloidale 15 PPM.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 6,9%.
21) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 1ml di
argento colloidale 20 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo non si e’ osservata inibizione.
22) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 2ml di
argento colloidale 20 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°C il giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 1,3%
23) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 3ml di
argento colloidale 20 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 2,1%.
24) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 5ml di
argento colloidale 20 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°C il giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 2,6 %.
25) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1 ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 10ml di
argento colloidale 20 PPM e si e’ portato a volume di 15 ml in brodo Brain.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 6,6%.
26) M.I.C. in tubi Falcon dove si e’ aggiunto 1ml di soluzione di E.coli a 1×10^6 UFC in 14ml di
argento colloidale 20 PPM.
Lasciando a incubare o/n a 37°Cil giorno dopo si e’ osservata inibizione pari al 7,3%.
27) Attivita’ antibatterica in piastra in cui si uniscono 10 μl di soluzione antibatterica a
concentrazione nota pari 1×10^6 UFC e in 90 μl di argento colloidale 8 PPM.
Si piastra la soluzione cosi’ ottenuta a diluizioni note per poter effettuare una conta.
Lasciando incubare o/n a 37°C il giorno dopo non si e’ osservata inibizione.
28) Attivita’ antibatterica in piastra in cui si uniscono 10 μl di soluzione antibatterica a
concentrazione nota pari 1×10^6 UFC e in 90 μl di argento colloidale 12 PPM.
Si piastra la soluzione cosi’ ottenuta a diluizioni note per poter effettuare una conta.
Lasciando incubare o/n a 37°C il giorno dopo non si e’ osservata inibizione
29)Attivita’ antibatterica in piastra in cui si uniscono 10 μl di soluzione antibatterica a
concentrazione nota pari 1×10^6 UFC e in 90 μl di argento colloidale 18 PPM.
Si piastra la soluzione cosi’ ottenuta a diluizioni note per poter effettuare una conta.
Lasciando incubare o/n a 37°C il giorno dopo si e’ osservata una inibizione pari al 13%.
30) Attivita’ antibatterica in piastra in cui si uniscono 10 μl di soluzione antibatterica a
concentrazione nota pari 1×10^6 UFC e in 90 μl di argento colloidale 20 PPM.
Si piastra la soluzione cosi’ ottenuta a diluizioni note per poter effettuare una conta.
Lasciando incubare o/n a 37°C il giorno dopo si e’ osservata una inibizione pari al 16%.
31) Attivita’ antibatterica su piastra da 96 pozzetti in cui si uniscono 10 μl di soluzione antibatterica
a concentrazioni pari a 1×10^4 UFC in 90 μl di argento colloidale 8 PPM e la soluzione cosi’
ottenuta si lascia o/n a 37°C in una piastra da 96 pozzetti.
Il giorno dopo non si e’ osservata inibizione.
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32) Attivita’ antibatterica su piastra da 96 pozzetti in cui si uniscono 10 μl di soluzione antibatterica
a concentrazioni pari a 1×10^4 UFC in 90 μl di argento colloidale 12 PPM e la soluzione cosi’
ottenuta si lascia o/n a 37°C in una piastra da 96 pozzetti.
Il giorno dopo non si e’ osservata inibizione.
33) Attivita’ antibatterica su piastra da 96 pozzetti in cui si uniscono 10 μl di soluzione antibatterica
a concentrazioni pari a 1×10^4 UFC in 90 μl di argento colloidale 18 PPM e la soluzione cosi’
ottenuta si lascia o/n a 37°C in una piastra da 96 pozzetti.
Il giorno dopo si e’ osservata una inibizione pari 15%.
34) ) Attivita’ antibatterica su piastra da 96 pozzetti in cui si uniscono 10 μl di soluzione
antibatterica a concentrazioni pari a 1×10^4 UFC in 90 μl di argento colloidale 20 PPM e la
soluzione cosi’ ottenuta si lascia o/n a 37°C in una piastra da 96 pozzetti.
Il giorno dopo si e’ osservata una inibizione pari 16,65%.
Gli stessi esperimenti sono stati effettuati oltre che su ceppi di E.coli anche su ceppi di
Staphilococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa, Enterococcus faecalis.
Per quanto riguarda lo Staphilococcus aureus si e’ osservata una inibizione pari al 12% con argento
colloidale 20 PPM.
Per la Pseudomonas aeruginosa si e’ osservata una inibizione pari al 13,2% e infine per
Enterococcus faecalis si e’ osservata una inbizione pari al 16%.
A questo punto si e’ pensato di vedere se la sostanza in esama possa essere dannosa per le cellule e
tal fine si sono fatti dei test di vitalita’ cellulare sulle linee cellulari VERO,HELA,U937,e MA104.
Si e’ osservata una buona vitalita’ cellulare anche dopo 48h che le stesse erano a contatto con la
sostanza.
Indi per eliminare qualsiasi dubbio si e’ effettuato il test LDH (sostanza liberata dalle cellule sotto
stress).Al test la sostanza e’ risultata essere innocua per le cellule.
M.I.C
L’inoculo deve essere preparato in brodo Brain Heart infusion con una
densità pari a 0,5 Mc Farland. 40 μl di questa sospensione deve essere pipettata su una
piastra di Brain Heart infusion e distribuita uniformemente con un tampone.
Quando l’inoculo è ben assorbito si aggiungono delle goccie di soluzione a concentrazione nota. Le
piastre devono essere interpretate attentamente, dopo 48h,
osservando l’eventuale presenza di piccole colonie o di una zona d’inibizione.
M.I.C in Tubi Falcon (M.I.C. diluita)
L’inoculo deve essere preparato in brodo Brain Heart infusion con una
densità pari a 0,5 Mc Farland. 40 μl di questa sospensione deve essere inoculata in un tubo da 15
iml contenente 10 ml di Brain Heart infusion e agitato per pochi secondi.
Di questi tubi se ne preparano una decina per poter mettere concentrazioni note della soluzione per
poeter vedere qual è la concentrazione che inibisce la crescita batterica.
I tubi devono essere interpretati attentamente, dopo 48h, osservando l’eventuale presenza di batteri
sul fondo o se la soluzione è opaca o se la soluzione è limpida e quindi ha dato inibizione.
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PROTOCOLLO TEST ATTIVITÀ ANTIBATTERICA
Primo giorno:
• Effettuare uno striscio su piastra del ceppo batterico in esame e incubare la piastra a 37°C
O/N
Secondo giorno:
• Inoculare una singola colonia ben isolata in 5 mL di terreno liquido (brain o LB).
• Porre l’inoculo a 37°C O/N in agitazione (preinoculo).
Terzo giorno:
• Inoculare 300 μL del preinoculo O/N in 15 mL di terreno fresco.
• Porre l’inoculo a 37°C in agitazione fino al raggiungimento del valore appropriato della
OD600 (in genere 0.4–0.5) corrispondente alla media fase di crescita esponenziale del ceppo
batterico in esame. Tale valore viene determinato mediante misure allo spettrofotometro
• Una volta raggiunto il valore appropriato della OD600 centrifugare 100 μL della coltura
batterica a 6000 rpm per 15 minuti in tubo eppendorf.
• Eliminare delicatamente il terreno ed effettuare un lavaggio con PBS, aggiungendo al pellet
100 μL di PBS e centrifugando nuovamente a 6000 rpm per 15 minuti.
• Risospendere il pellet in 1 mL di PBS.
• Prelevare per ciascuna prova (controllo positivo, controllo negativo e peptidi) 10 μL della
sospensione batterica, trasferirli in un tubo eppendorf sterile e portare il volume finale a 100
μL come di seguito indicato:
CONTROLLO POSITIVO = 10μL di sospensione batterica + 90 μL di PBS
CONTROLLO NEGATIVO = 10 μL di sospensione batterica + HBD3 (Defensina) (volume
variabile) + PBS fino a 100 μL.
SOSTANZA DA TESTARE = 10 μL di sospensione batterica + SOST (volume variabile a
seconda della concentrazione da saggiare)
• Incubare i tubi eppendorf a 37°C in agitazione per 1 ora
• Effettuare diluizioni seriali in base 10 di ciascuna prova in un volume totale di 1 mL, fino a
diluire la coltura di partenza (i 100 μL centrifugati) di 1 : 1000000
• Piastrare in doppio 40-50 μL delle diluizioni 1 : 100000 (10-5) e 1 : 1000000 (10-6)
• Piastre a 37°C O/N
Quarto giorno:
• Conta delle CFU/mL
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PROTOCOLLO TEST ATTIVITÀ ANTIBATTERICA SU PIASTRE DA 96PZ
Primo giorno:
• Effettuare uno striscio su piastra del ceppo batterico in esame e incubare la piastra a 37°C
O/N
Secondo giorno:
• Inoculare una singola colonia ben isolata in 5 mL di terreno liquido appropriato
• Porre l’inoculo a 37°C O/N in agitazione (preinoculo).
Terzo giorno:
• Inoculare 300 μL del preinoculo O/N in 15 mL di terreno fresco.
• Porre l’inoculo a 37°C in agitazione fino al raggiungimento del valore appropriato della
OD600 (0.4–0.5) corrispondente alla media fase di crescita esponenziale del ceppo batterico
in esame. Tale valore viene determinato mediante misure allo spettrofotometro.
Una volta raggiunto il valore appropriato della OD600 si effettua una diluizione della coltura
batterica tale da ottenere una concentrazione finale di ~ 2X106 CFU/ml. Tale concentrazione
va determinata allo spettrofotometro raggiungendo un OD600 pari a 0.001-0.002 (infatti 0.4–
0.5 OD600 corrisponde a ~ 6-9X108 CFU/ml; 0.132 OD600 corrisponde a ~ 1.5X108
CFU/ml).
• Utilizzare una piastra da 96pz.
• In ogni pozzetto verranno aggiunti 10μL della sospensione batterica e 90μL della soluzione
in esame. Ogni prova verrà effettuata in duplicato o in triplicato. Per ogni piastra, quindi,
saranno necessari all’incirca 11ml di sospensione batterica alla concentrazione appropriata.
• Si utilizza (come controllo negativo) l’ultima striscia della piastra da 96pz aggiungendo ad
ogni pozzetto 100 μL di solo terreno.
• Si utilizza (come controllo di crescita batterica non inibita) la penultima striscia della piastra
da 96pz aggiungendo ad ogni pozzetto 10μL della sospensione batterica e 90μL di buffer di
diluizione utilizzato.
• Coprire la piastra ed incubare a 37°C O/N.
Quarto giorno:
• Dopo circa 16h di incubazione si effettua la lettura allo spettrofotometro a 600nm.
• Si estrapola la curva di inibizione ponendo sull’asse delle ordinate la lettura ottenuta a
600nm (OD) e sull’asse delle ascisse la concentrazione del peptide utilizzato.
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Measurement mode: Absorbance
Measurement wavelength: 492 nm
Reference wavelength: 620 nm
Read mode: Normal
Dual wave data (difference)
<> 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
A 0,2730 0,0440 0,2380 0,0440 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0030 -0,0020 -0,0020
B 0,2640 0,0490 0,2240 0,0470 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0030 -0,0020 -0,0030 -0,0020 -0,0020
C 0,0250 0,0270 0,0260 0,0270 -0,0020 0,0480 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020
D 0,0280 0,2540 0,0310 0,2350 -0,0010 0,0320 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020
E 0,0290 0,2500 0,0290 0,2500 -0,0020 0,0310 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0030 -0,0020 -0,0020
F 0,0300 0,0300 0,0290 0,0300 -0,0020 0,0300 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0030 -0,0020
G 0,2640 0,2680 0,2390 0,2530 -0,0020 -0,0030 -0,0010 -0,0030 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020
H 0,2770 0,2590 0,2350 0,2480 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020 -0,0020
La presente tabella è posta solo ad esempio di una lettura a spettrofotometro di una piastra da 96
pozzetti in cui in 1A e 1B vi è la crescita batterica in 1C il terreno per il controllo negativo, in 1D e
1E vi è il controllo con la defensina, in 1F il terreno da solo ed in 1G ed 1H vi è la sostanza unita
alla coltura batterica.
Infine da tenere presente per il calcolo dell’inibizione vi è il pozzetto 6C dove è presente il controllo
del terreno con solo la sostanza da testare.
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PRODUZIONE NANOPARTICELLE
• Preparazione del Sale: AgNO3 (P.M. 169,87) 1 mM, 5 mM, 10mM in acqua (concentrazione
finale da dover unire alla coltura di lievito)
• Preparazione di 500 ml di coltura di Pichia pastoris in terreno YPD (presente nel Kit)
contenente Destrosio.
• Preparare tre beute contenenti
1. controllo soluzione (in cui vi è solo la soluzione a concentrazione nota)
2. controllo coltura di Pichia Pastoris in cui abbiamo messo 100 ml della suddetta coltura in
beuta.
3. beuta contenente 100 ml della coltura di Pichia Pastoris a cui vanno aggiunti quantità da
calcolare di sale a concentrazione nota.
• Le suddette beute si fanno in doppio cioè a R.T. e a 40°C
• Prelevare 1,5 ml dalle beute dell’esperimento alle due temperature diffrenti.
• Andare a misurare l’assorbanza a 600 nm.
• Centrifugare la provetta misurata e rimisurarne l’assorbanza sempre a 600 nm. (Il ciò si fa
perche centrifugando precipitava il sale in soluzione e quindi si andava ad leggere
l’assorbanza delle nanoparticelle in sospensione).
• L’assorbanza si legge a : 30 minuti, 1 ora, 2 ore, 3 ore, 4 ore, 5 ore, 6 ore, 7 ore, 8 ore, 24
ore, 48 ore e 72 ore.
• Contemporaneamente si osserva il cambiamento di colore che passa da giallo paglierino del
controllo positivo a un nero / grigio scuro (per conferma guardare le foto).
• La soluzione presente nelle beute sia a R.T che a 40°C va centrifugata a 6000 rpm per 6
min.
• Lavare il pellet con H2O e ricentrifugare
• Ripetere l’operazione precedente per 5 volte
• Rispospendere il pellet in 2 ml di H2O
• Preparare i tubi di dialisi
• Mettere in ciascun tubo circa 1 ml di soluzione
• Lasciare i tubi per 48 ore in un’ampolla contenente H2O in agitazione lenta costante
(Ricordarsi di cambiare l’acqua ogni 12 ore).
• Nei presenti tubi si riscontra la presenza di nano particelle.
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FOTO PICHIA PASTORIS
Inoculo di Pichia Pastoris
Dopo 12 ore.
Nella beuta a sinistra si osserva l’inoculo contenente Pichia Pastoris e la soluzione in esame.
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Nella beuta di destra si osserva un inoculo contenente solo Pichia.
Come ben si può osservare Pichia sta cambiando di colore perché sta liberando le nano particelle di
argento contenute in soluzione.
In questa foto si può osservare a sinistra la beuta contenente Pichia più la soluzione mentre a destra
Una beuta di controllo contenente solo ala soluzione in esame
Dopo 48 ore
Quello che si può osservare a sinistra è la soluzione di controllo contenente l’inoculo di Pichia
Pastoris, mentre nella beuta di destra si osserva l’inoculo Pichia Pastoris più la soluzione in esame
ormai completamente annerita perché Pichia ha liberato in soluzione tutte le nano particelle di
argento.
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In questa foto sono state messe a confronto tutte e tre le beute.
Nella prima a sinistra si può osservare la soluzione da sola.
In quella centrale c’è l’inoculo di Pichia Pastoris e nell’ultima a destra si può osservare il viraggio
di colore avvenuto nell’inoculo di Pichia più la soluzione in esame.
Infine in questa ulteriore foto sono state messe a confronto le due beute più il controllo Pichia da
solo. Si ricorda che l’esperimento viene effettuato in parallelo sia a RT che a 40°C per osservare se
a temperature più alte può dare esiti differenti. (Si ricorda che il corpo umano vive a una
temperatura costante di 37°C)
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IL TEST DI CITOTOSSICITÀ
Questo test permette di valutare in vitro la capacità di un agente di inibire la crescita cellulare.
La riduzione nel numero delle colonie può derivare sia dal blocco della proliferazione che
dall’induzione di morte cellulare.
L’efficienza clonale, ossia la capacità di formare colonie, è un parametro capace di misurare un
danno anche parziale al complesso assetto enzimatico di cui la cellula necessita per replicarsi
ed è particolarmente idonea a delineare una risposta dose-relata ad elevata sensibilità.
Conteggio delle cellule e test di vitalità
Il Trypan Blue è un colorante utilizzato per effettuare la conta vitale delle cellule. Tale
cromoforo è carico negativamente e non è in grado di attraversare la membrana di cellule intatte,
ma attraversa quella delle cellule morte, colorandole di blu. Questo permette la facile
discriminazione delle cellule vive (che hanno escluso il colorante) con semplice osservazione al
microscopio. Per il conteggio delle cellule viene preparata una soluzione contenente 20 μl di Trypan
blue 0,1%, 160 μl di soluzione D e 20 μl di sospensione cellulare. Dopo aver agitato la soluzione, se
ne pongono 20 μl in ognuna delle camere del vetrino, con il copri-oggetto montato, permettendo il
riempimento della camera di Burker per capillarità.
Al microscopio ottico vengono contate le cellule presenti nei 5 quadrati di ognuna delle due camere
dell’emocitometro, separando le vive (translucide) dalle morte (blu) e facendo una media dei
conteggi. Esistono regole pratiche da seguire durante la fase di conteggio.
(Ingrandimento di una cella standard. Convenzionalmente si contano le cellule in alto e sulla
sinistra che toccano la linea centrale mentre non si contano le cellule che toccano la linea centrale in
basso e a destra.)
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Dato che lo spessore tra il reticolo e il vetrino copri-oggetto è noto (un decimo di
millimetro), è possibile conoscere il volume di sospensione contenuta in ogni riquadro. Il numero
medio di cellule per millilitro di soluzione è calcolato per mezzo della formula:
Cellule per ml = conteggio medio per quadrato x fattore di diluizione x 10 4
Nel nostro caso il valore è di circa 11·106 cellule per ml di sospensione.
La vitalità delle cellule viene calcolata come:
% di vitalità = (numero di cellule vive / numero totale di cellule) x 100
Tale test è stato effettuato su linee cellulari diverse.
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TEST LDH
La quantità di LDH presente nel medium è una misura dell’integrità della membrana plasmatica. Più
LDH si trova, maggiore è il danno cellulare, maggiore è la tossicità.
L’LDH, che troviamo nella glicolisi, catalizza l’ossidazione del lattato a piruvato con
contemporanea riduzione del NAD+ a NADH, il piruvato formatosi reagisce poi con il sale di
tetrazolio INT per dare formazano, che così come nell’MTT test viene rilevato per
spettrofotometria.
Test fornito dalla sigma e di seguito riportato il protocollo.
1) Prepare LDH assay cofactor adding 25ml of Mq Water to LDH Assay Cofactor Preparation
Store it at -0°C.
2) Prepare Lactate Dehydrogenase Assay Mixture mixing equal amounts (1,1ml) of LDH Assay
Substrate, Cofactor and Dye Solutions. Prepare assay mixture at time of use.
3) Thaw cryopreserved hepatocytes.
4) Re-suspend hepatocytes in DMEM at a density of 0,5 × 10 x 6 cells/mL.
5) Load hepatocytes/DMEM per well as the following:
– Background Control: Add 200#956;l of DMEM per well into triplicate wells (the background
value has to be subtracted from all other values). *
– Low Control: 100#956;l of hepatocytes/DMEM per well into triplicate wells. Add 100 μl of
DMEM more at the time of incubation.*
– High Control: 100#956;l of hepatocytes/DMEM per well containing 1% Triton X-100 into
triplicate wells. Add 100 μl of DMEM (1% Triton X-100) more at the time of incubation.
– Test Sample: 100#956;l of hepatocytes/DMEM per well containing test substance (100μl) at
different concentrations into triplicate wells.
*When required add DMSO #8804; 1%
6) Incubate cells in an incubator (5% CO2, 90% humidity, 37C°) for 1 hour.
7) Centrifuge cells at 170 g for 10 min to precipitate the cells.
8) Transfer the clear medium solution 50#956;l/well into an optically clear 96-well plate.
9) Add 100 #956;l Reaction Mixture to each well (an amount equal to 2X the volume of medium
removed for testing to each sample). Reagents are added in the dark, with the hood light off.
10) Cover the plate with an opaque material to protect from light (e.g. aluminum foil or a box).
11) Incubate for up to 20 min at room temperature and in the dark.
12) The reaction can be terminated by the addition of 1/10 volume (15μl) of 1N HCl to each well.
13) Add 3,75μl of silicon oil (density: 0,92g/ml) to each well to pump the bubbles.
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14) Spectrophotometrically measure absorbance at a wavelength of 490 nm. Measure the
background absorbance of multiwell plates at 690 nm and subtract from the primary wavelength
measurement.
15) Average the absorbance value of the wells containing assay buffer medium only and subtract
this from the absorbance values of all the other wells.
Calculation of the Percentage Cytotoxicity:
(Test Sample – Low Control)
Cytotoxicity (%)———————————————– = X 100
(High Control – Low Control)
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SECONDA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI
Dipartimento di Medicina Sperimentale
Sezione di Microbiologia e Microbiologia Clinica
Via De Crecchio,7 – 80138 Napoli
Tel: +39 (081) 5665935 – Fax. +39 (081) 5665935
STUDI SULL’ATTIVITA’ ANTIMICROBICA
DELL’ARGENTO COLLOIDALE IONICO
Risultati:
L’Argento Colloidale Ionico testato risulta, in vitro, essere innocuo per
le cellule (in quanto queste rimangono vive e vitali anche dopo 72 h).
Si ritiene che la suddetta soluzione sia un buon antibatterico naturale
utilizzabile sia per uso topico che ingeribile in minima quantità.
Napoli
24/10/2011 Dott.ssa
Mignogna Eleonora
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